linea.gif (2795 byte)


 

Autori Vari – "2° International Ska Fest" -  CD, Tralla Records, SP, 1999

Un vero problema per un appassionato di Ska alle prime armi è orientarsi nel marasma di compile tematiche che oggigiorno si trovano in giro.
Questa di cui mi occupo, già datata ma che si trova facilmente, è meglio escluderla dalle proprie mire. Nonostante gli ospiti di tutto rispetto.

La raccolta,dal vivo, comincia addirittura con gli Skatalites che offrono una versione di “Guns Of Navarone" che contiene un ottimo contrappunto di tastiera oltre i soliti ottimi soli. Ma sono proprio gli
Skatalites a “ciccare" e, contemporaneamente, a recuperare l’inizio della successiva “Simmer Down" (in realtà un medley con “Turn Your Lamp Down" nella quale una sistemazione non brillante dei livelli dei suoni in registrzione riesce anche deprimere l’interpretazione della cara Doreen Shaffer non certo nella sua serata migliore) caratterizzata da una fine traballante.
Se producessi dischi, poi, avrei evitato di immortalare Rico nelle decisamente poco riuscite “Reggae Magnet" e “Confucius" dove risaltano gli errori abbondanti della ritmica, anche se il solo del Maestro nella seconda è al solito affascinante. Non so chi l’accompagnava, certo non erano quelli di “You Must Be Crazy".
Se la cavano meglio gli sconosciuti Skaks che se la swingano abbastanza bene con lo strumentale “Changes" anche loro poco valorizzati dalla non ottima registrazione.
Chi non pare patire è sempre Lui, il Padrino dello Ska, Laurel Aitken, forse perché accompagnato dagli Skarlatines sia in “Sally Brown" che “Boogie In My Bones" e pressoché eseguite perfettamente. Non lo stesso posso dire per la traccia attribuita solo alla band “With My Girl In The Moon" dove il cantante è decisamente poco convincente.
Poco precisi appaiono anche Amusic Skazz Band con uno strumentale trasportato dal flauto che si fa comunque apprezzare intitolato “Mosaic".
Si comporta benissimo, invece, il mai al di sotto delle aspettative Dr. Ring Ding con una riuscitissima interpretazione di “Call 809".
Altri ospiti del Festival Ska immortalato dalla compilation sono gli inglesi Hotknives, gli italiani Arpioni (con un brano bello ed uno veramente brutto), gli spagnoli Starlites e Mount Zion, i primi (la registrazione è tronca) rocksteady, i secondi nutty/rap. Il Disco si conclude con un pezzo Oi!/Punk urlato ed incartatissimo degli Iskambila che non mi fanno rimpiangere di non aver assistito a questo 2° Ska Fest spagnolo.

Sergio Rallo



27 Gioda - "Notte d’Albero" - CD, Riot Records, Italia, 2002

A chi piace lo Ska Rock pulito accompagnato da fiati, percussioni e con una buona chitarra che sa iniettare anche dosi di funky al contesto decisamente up beat, piacerà certamente “Notte d’albero" dei milanesi 27 Gioda.
Dico subito che l’unico aspetto che ritengo criticabile di “Notte d’Albero" sono i testi in italiano che, però, come per tante altre band, solo di rado “accendono" la mia fantasia (cosa pretendo? La Divina Commedia?) e, quindi, non è certo un difetto in sé ma (forse) solo mio.
La musica, i ritmi, i suoni ed i tempi sono, comunque, quelli giusti e, a mio parere, i 27 Gioda lo dimostrano fin dal primo brano (un bello Ska Rock dal titolo “Sole"), confermandolo poi, con la successiva “Quizas" (notevole) e con una bella versione di “Pink Panther" di Mancini con cui la formazione (essendo uno strumentale dall’impianto tradizionale) mette in risalto i propri solisti.
I 27 Gioda, come ogni ska-band che si rispetti, non disdegnano neppure ritmi più rallentati come il reggae disimpegnato “Pigiama" e, obbiettivamente, tutti i testi dei 27 Gioda (questo è un ulteriore punto a loro favore) sono allegramente disimpegnati e ben riassunti da quello di “Libero"  (“bere vino vino fino al mattino").
Devo inoltre dire che mi piace molto e vale la pena ascoltare “L’orso", seconda ed unica altra traccia strumentale bella potente, originale e affatto tradizionale, una di quelle musiche che mi riconcilia con la chitarra rock.
Un accenno lo merita anche la gradevole “title track", dal testo con sprazzi poetici e dall’atmosfera piacevolmente “swingheggiante". Bella infine l’ultima traccia “Vestita d’estate" in cui il ritmo veloce ed il trombone ammirevole fanno apprezzare una volta di più il buon lavoro messo insieme dai 27 Gioda.

Sergio Rallo


 

 Autori Vari - "Achtung"  - Cd, Elmo Records, 2002 Germania

L’etichetta, sorella minore della Grover, Elmo Records inizia il 2002 con la sua prima compilation di artisti da essa prodotti. E sono parecchi, ben 13 per un totale di 21 tracce e un consequenziale sproposito di minuti di musica che può facilmente raggiungere l’intento di sbalordire per varietà di generi, ritmi ed ispirazioni.
Dal punk dei Peacocks, allo ska e reggae moderno con vena tradizionale di Dr. Woggle & the Radio; dallo ska punkeggiante e un po’ “Nutty" dei Loaded, all’HC/OI Ska di Frau Doktor; dal funky ska e jazzy rocksteady e dall’ottimo lead vocal dei Caribbean Beat Combo, al Two Tone Ska di Spicy Roots e di 27 Red; dall’incredibile country swing dei bravissimi Gerry Lee & the Wanted Man – che, detto tra noi – in una compilation del genere c’entrano come i cavoli a merenda, al punk melodico dei Marones; dallo Ska moderno dei Los Placebos, allo splendido ragga/rocksteady dei Court Jester’s Crew e da questi ultimi al reggae Two Tone degli Xplosions e al brillante Nothen Soul degli Inciters, ACHTUNG ELMO è veramente una sequenza di sorprese musicali.
La prima compilation della Elmo ha anche il pregio di raccogliere 5 tracce mai pubblicate tra cui meritano senz’altro attenzione “Dub Four" dei caribbean Beat Combo che sono presenti anche con una versione più che interessante di “Surfin" di Ernie Ranglin, “Take Me back To Tulsa" di Gerry Lee e “Can U Woggle" di Dr. Woggle & the Radio. Notevoli anche gli Inciters con “Groovy Two Shoes" dei quali, come per Gerry Lee, viene annunciata l’uscita dei rispettivi nuovi album sempre per Elmo.
Consistente e divertente.

Sergio Rallo
 


 

vari_angel-with-dirty-faces.jpg (5199 byte)

Autori Vari - "Angels With Dirty Faces" - Burning Heart/Sidekicks Records 1998

Angeli con la faccia sporca, mitica song che nei lontani anni 70/80 rendeva l’idea di come gli Sham 69 considerassero gli skin, ora questa frase è diventata il titolo di una raccolta della Sidekicks Records (costola dedicata a Ska ed Oi della più punkeggiante Burning Hearth) che ci fa ascoltare il meglio (?) della produzione della suddetta.
Su questo argenteo dischetto vediamo schierati l’uno contro l’altro lo Ska e l’Oi con i portacolori della Burning Heart/Sidekicks: Liberator, The Skalatones, Chickenpox e Duck Soup per lo Ska e Business, Voice of a generation e Dropkick Murphys per l’Oi.
Due pezzi per gruppo che ci fanno passare dai sobborghi Londinesi di "Spirit of the streets" dei Business (pezzo che apre il cd….il buongiorno si vede dal mattino??) alle atmosfere un po’ caraibiche degli Skalatones di "Mr Probation Officer".
Due pezzi , secondo me, un po’ altalenanti per quanto riguarda la qualità: i Business raggiungono il tiro che li rese famosi ai tempi con "Spirit of the streets" ma calano un tantino in "Southgate 96" affidandosi molto ai cori, i Liberator partono con una strana "Mr Whright" in cui la quantità di parole sembra eccessivo per la melodia (potrebbe anche essere un nuovo tipo di miscela tra Ska e Raggamuffin) ma si riprendono con "Ruder than you", Two-tone Ska che mi riporta alla mente i Madness. I Voice of a generation mi ricordano i Blitz in "Rebels in the corridor" ma tendono al melodico con "Bluejackets", gli Skalatones virano sul Calypso della già citata "Mr Probation officer" per migliorare il tiro con "Ruder than roots". Passiamo ai Chickenpox , molto Toasters Style in "The truth of our time" per proseguire sulla stessa linea con "Running late", un tocco di originalità in più non avrebbe guastato, tocco che si trova in "Mad duck bullit" dei Duck Soup con un inizio dalle atmosfere abbastanza tetre grazie all’uso delle campane, mentre l’influsso dei Busters si fa sentire in "Always". Discorso a parte meritano i Dropkick Murphys che traggono le loro due canzoni dall’album di prossima uscita, mentre gli altri gruppi si presentano con brani già stampati su precedenti cd, "Caps & bottles" inizia in maniera abbastanza inconsueta per una Oi song mentre "Streets of Boston" rasenta l’hardcore. Simil-compilation per gente dalla testa rasata e dal cuore a schacchi, se siete solo l’uno o l’altro non ve ne consiglio l’acquisto.

a cura di Massimo Boraso



 

Autori vari - "Brescia Ska Invasion 1979-2004" - CD + rivista, Happy Man Records, Italia 2004 10 €

Fortuna che la musica ska può contare su appassionati sinceri come coloro che hanno organizzato il primo Brescia ska invasion ormai 2 anni fa e che a settembre ultimo scorso è giunto alla sua quarta edizione (già, ne fanno uno estivo ed uno invernale!).

Dicevo, fortuna che c’è gente così, che riesce a coniugare spettacoli dal vivo e progetti discografici apprezzabili come l’omonima compilation di 17 brani acclusa ad una curata rivista tascabile di 32 pagine (in italiano, inglese e tedesco) in cui è tracciata sia la storia della musica ska, sia quella del fenomeno ska nella provincia di Brescia negli ultimi 25 anni!

Bene, scopro così alcuni veri precursori del genere a me caro come Rocky Schiavone and the Gangsters (nati nel 1979) di cui si possono ascoltare 3 tracce che, al di là delle buone intenzioni della band, fanno intuire la ragione per cui il gruppo non ha raggiunto il successo: mancavano di tiro, di pratica agli strumenti ed il buon Schiavone era stonato in maniera imbarazzante. La loro primigenia versione ska di "Caravan Petrol" e quella di "Nessuno mi può giudicare" fanno ribaltare nei loculi gli originali autori. Ma anche questa è storia, minore ma storia visto che era il 1980.

Altra band che non conoscevo, datata 1989 e sparita due anni dopo, è quella dei Grandi Ragazzini della quale sono ascoltabili due tracce provenienti da un live registrato maluccio ma da cui si intuisce che avrebbero potuto aver maggior fortuna dei Gangsters: la loro versione di "Summertime" è decisamente particolare.

Ospiti non bresciani (ma la loro presenza è giustificata per indicare anche l’internazionalità della manifestazione Brescia Ska Invasion) ci sono i poco conosciuti tedeschi Concrete Jungle con due pezzi veramente notevoli (lo ska "Speakout" e l’elegante funky/ska-reggae "Blood of a tree") tratti da un loro album del 2001.

Infine, ci sono le band bresciane in piena attività dei Lemon Squeezers, Terzo Nome In Spagnolo, 00Talpa e Skarafaggi e Nunc Bibendum Est che danno una ottima impressione di allegria e vitalità a cominciare dalle due energiche tracce ska/rock dei Lemon che aprono l’ascolto della compilation ("Notte" e "Coffee cup") per continuare con la divertentissima "Diserbante" dei Nunc Bibendum Est di cui ho già avuto modo di parlare bene; più dediti ad uno ska/pop facile facile sono i Terzo Nome in Spagnolo con "Rudi" e "La Vaska" quest’ultima dedicata ai caramba e più elaborata; più folk e rockettari risultano al mio orecchio i 00Talpa con le loro "Babbo Natale Show" e "Antonio G." uno ska/rock veloce, variegato ed affatto scontato; caratterizzati da una voce solista del tutto particolare e decisamente strozzata ed uno ska two tone che deborda facilmente nel punk rock "Atropyna" (con qualche carenza ritmica ad essere sinceri) sono gli Skarafaggi che, nondimeno, si dilettano pure in un lento "Liberate Maria" che abbina una melodia accattivante ad una interpretazione canora non certo curata.

Brescia Ska Invasion 1979-2004 è una raccolta che non esito a definire interessante oltre ad essere un buon lavoro divulgativo di qualche spessore, il fatto poi che sia patrocinata direttamente dal Comune di Brescia è un punto certamente a favore di quell’amministrazione: speriamo serva da esempio ed apripista per altri enti territoriali.  

 Sergio Rallo


vari_california_skaquacke2.jpg (6850 byte)

Autori Vari - "California Ska Quake 2" – Moon Ska Records/Steady Beat 1996

Sono già passati – come un lampo, dico io – ben quattro anni dal primo volume e il secondo, oltre a farci intendere che ce ne potrà essere un terzo, un quarto e via dicendo, regge il paragone con una compilation che fu, all’epoca, un successo di vendite per l’etichetta di Robert Hingley. La caratteristica infatti del primo Ska Quake, era un concentrato di ottima musica, tracciante il panorama dello Ska, nella prolifera California. E formazioni come "Jump With Joe", "No Doubt" ed "Hepcat" ebbero lì la loro prima "esposizione" mondiale. Da allora, di tempo ne è passato, comunque. E la Moon Records, per problemi legali si è cambiata in Moon Ska, mentre i No Doubt si sono trasformati in un gruppo da X-generation, ma nonostante ciò, Ska-quake 2 (The Aftershock) lungi dall’essere l’ennesima raccolta di "già sentito", come si è già detto, regge il paragone con l’ingombrante predecessore.
Innanzitutto per il peso: 21 brani contro i precedenti 13. Poi per la qualità. Per passare alla musica, Venice "Shoreline" Cris (King Apparatus) con la sua "Ex-Darling" registrata in quattro tracce, tanto per continuare con il "regge", regge il confronto con gli "Hepcat" facendo musica completamente diversa, e tanto per continuare con l’improvvisato metro di misura "Hepcat", simile a questo gruppo risultano i "See Spot" , più influenzati nella loro "Last Dance" da Swing e Calypso. Ma smettendola con i paragoni, anche gruppi sconosciuti come "Chico & The Hornets", sono in grado di convincerci per le loro qualità, e pur essendo l’ennesima - ma a me non stancano mai – formazione di Ska-Jazz sulla strada aperta dai Jump With Joey, la loro "What’s The Name Of That Cookie?" non può essere che giudicata brillante. Chi ascoltasse il Cd avrebbe ancora modo di ascoltare "I Am The Queen" degli Ocean 11, una delle migliori realtà "Roots Ska" USA, e ancora alcuni tra i nomi da poco affermatesi nella scena o in via di affermazione come i Los Hooligans, Mars Villa, Undercover S.K.A., Lone Raspberry e Filibuster che, insieme, propongono un’incredibile panoramica dello Ska sotto tutte le possibili fisionomie e influenze.
Fatevi un’idea di ciò ascoltando la delirante "Tom Tom" dei Melting Pot (molto "Fishbones").
E se le scelte musicali di alcune formazioni possono condividersi o meno, brani come "Skatch" dei Pocket Lent sottolineano la inesauribile spregiudicatezza musicale dei giovani artisti californiani.
Compilation piuttosto "palluta", tendente al giovane.

a cura di Sergio Rallo


Autori Vari - "The Shack Vol.2 (aka Club Ska 96)" Jamdown Recording Label (UK) 1996

Corposa (ben 21) raccolta di artisti internazionali famosissimi, famosi e meno famosi (giustamente od ingiustamente che sia).
Tra i famosissimi gli International Beat (che, all’epoca dell’uscita di questa comp., pensavo non esistessero più) che ritrovo in veste ska supertraditional con un classico della Treasure Island: "The Fits"; Rico, col suo trombone che ci propone "Jungle Beat" dal vivo (tratto da Rico & his Band ); gli Skatalites, cantati da Toots, con "Split Personality" notevole brano tratto dal disco Hi Bop Ska; Chitarrista e sassofonista dei Madness, rispettivamente Chris Foreman e Lee Thompson ovvero i Nutty Boys ci colpiscono con la loro canzone tutta particolare dal titolo "Birthday Girl" e Prince Buster ci canta dal vivo, con musica dei Selecter, "Madness".
Per i famosi ci sono i Toasters con lo strumentale "Maxwell Smart", Dr. Ring Ding con Save A bread/ Save A Toast, ed ancora Intensified, Derrick Morgan, Bim Skala Bim e Maroon Town; mentre nella categoria meno famosi faccio entrare i bravissimi Allstonians americani, Skanga inglesi, Ngobo Ngobo tedeschi ed i cattivissimi Porkers dall’Australia. Tra i brani migliori di questo Club ska ’96 è da segnalare "Hand in Hand" di un gruppo inglese, The Forest Hillbillies, che è dalla seconda metà degli anni 80 che incontro sparsi qua e là in varie compilation senza aver mai visto un loro album completo, cosa che dispiace ancora di più dopo aver ascoltato il suddetto loro brano che si piazza tra i favoriti di questo Club Ska 96.

a cura di Sergio Rallo


Clicca per conoscerne gli ingredienti

Autori Vari - "Italian Ska Invasion" - Lilium/SonyMusic 1998

Italian Ska Invasion è la prima vera compilation Ska italian. E costa solo 25 carte. Che facciamo...ci mettiamo a recensirla? Leggetevi il comunicato diramato all'uscita della compilation. E gustatevela tutta.

a cura di SkabadiP


vari_from_matadors_arena1.jpg (9910 byte)      vari_from_matadors_arena2.jpg (11245 byte)

Autori Vari – "From Matador’s Arena" 1968-19 volume 1 1994 e 1969-70 volume 2 1995 – Jamaica Gold

Fortuna vuole che, per i maniaci della musica giamaicana d’annata, esista l’etichetta Jamaica Gold, etichetta che sta svolgendo una meritoria e preziosissima opera di ripubblicazione di rarissimo materiale altrimenti recuperabile solo sugli spesso esosi mercati del disco usato. Ma veniamo ai dischi.
La caratteristica distintiva di Lloyd Daley detto "The Matador" è l’elevata qualità della musica da lui prodotta, così oltre ad una manciata di artisti tanto bravi quanto sconosciuti (The Coasters, The Hamlins, The Overdrivers, The Linkers, Errol Brown, The Scorchers) in queste due raccolte si possono ascoltare i Wailing Soul in una delle loro primissime registrazioni, Little Roy alla prima esperienza in studio, Count Ossie, U Roy, Ethiopians, Paragons, Johnny Moore, Jackie Mitoo, Lascelles Perkins e lo sterile elenco di nomi più o meno familiari ai patiti di "oldies" potrebbe continuare. Quello che maggiormente importa è che i 34 brani (17 per volume) siano uno "showcase" di ritmi, duetti e terzetti vocali, strumentali Rocksteady e Reggae che non possono mancare nella collezione del cultore come del neofita, che vuole discendere nell’arena 69!

a cura di Sergio Rallo



Artisti Vari "Global Ska 3" CD, Kainos Producciones S.L., Spagna 2003

Quel che mi ha subito colpito maggiormente di Global Ska 3 è stata l’alta qualità espressa da quelle che, per lo più, sono tutte nuove leve dello ska di oggidì.

Per dar a Cesare quel che gli spetta, tra i famosi (quanto meno per me) ci sono: Derrick Morgan, accompagnato dagli olandesi High Notes, che canta dal vivo "Don’t Call Me Daddy"; i mitici Desorden Publico, "che hanno alle spalle quasi vent’anni di ska" come gli viene dato giustamente atto nelle note di copertina di Global Ska 3, propongono il pienamente latino ska intitolato "Maldad En Tu Corazon" che fa rimpiangere la poca diffusione della bellissima discografia della band venezuelana; ci sono anche gli inglesi Maroon Town con la version aggiornata di un loro classico intitolato "Prince Of Peace"; Chris Murray, canadese ex King Apparatus, con una ballata ska di sola chitarra intitolata "The Promise" e Mr T.Bone, per venire all’ottima rappresentanza italiana di Global Ska 3, con l’entusiasmante versione che ha saputo creare di un tradizionale blues come "Lonesome road" (uehi ci sono anch’io che faccio i peps!); gli Adjusters di Chicago con un rocksteady/ragga intitolato "Can’t See The Light" e, infine, ci sono i finlandesi Blaster Master che offrono una delle tracce più divertenti intitolata "Stop That Bully".

A rendere Global Ska 3 decisamente "global" oltre ai citati italiani, venezuelani, olandesi, giamaicani, canadesi e americani, ci sono i giapponesi The Rude Pressure con lo ska/shuffle registrato in mono "Set Your Mind" ed i loro connazionali The Sideburnes che su una ritmica ska decisamente mutuata da "Machine Shop" di don Drummond propongono il bello strumentale "Ska 120F". Inglesi sono Pama International (ovvero il vecchio amico Sean Flowerdew dei Loafers) col loro misto di early reggae e musica moderna intitolato "Earthquake" che è molto coinvolgente e gli Honeyshop Screamers che propongono un bel pezzo in stile two tone, mentre ancora americani sono gli Stingers ATX di cui continuerò ad occuparmi perché sono veramente bravi come dimostra la loro "Your Patient Ways". Dalla Svizzera provengono i tradizionalissimi Open Season che propongono un incalzante ska jazz elegante che fa buona coppia con lo strumentale "Muhammad Alì" dei tedeschi Jazzbo registrato "unplugged" e decisamente caraibico. Sulla stessa identica linea dei disciolti Hepcat ci sono gli americani After Hours che più tradizionali di così non potrebbero essere con la loro allegra "Mad Hearted Woman". Molto buoni anche i rappresentanti della Spagna ovvero i Superagente 86 che propongono "Flamingo Club" in uno stile swingato prontamente apprezzabile.

Tra i più fighi in assoluto di Global Ska 3 ho trovato essere i canadesi General Rudie la cui "The Jig Is Up" è una gran bella canzone tra ska tradizionale e atmosfera two tone (grande inciso!) e i sorprendenti francesi della Very Big Jahbrass Band che vantano senz’altro i migliori cantanti di tutti e propongono un brillante avvolgente ska swing intitolato "Friendship" interpretato da una voce femminile ed una maschile in stile botta risposta ed abbellito da una sezione fiati veramente cool che incita a conoscerne ulteriore discografia.

Global Ska 3, in conclusione, si fa ascoltare e ballare dall’inizio alla fine senza neppure una distorsione di chitarra od un secondo di noia e fornisce senz’altro un’immagine veramente lusinghiera dello stato dell’arte del genere ska nella prima metà degli anni duemila.
 

Sergio Rallo


Autori Vari – "Grover 50"  -  Grover Records 2000

Ottima idea, quella della Grover Records, di celebrare la cinquantesima uscita in catalogo con una doppia raccolta che assembla tutti gli artisti che con la Grover lavorano e sfornano materiale per lo più di qualità ottima.

Io non amo troppo le compilations, lo ammetto. Le trovo dispersive. Non mi danno l’idea precisa di quello che una band può offrire. Ognuno fa la sue scelte, ovvio. Al di là di questo, la qualità presente sui due CD è mediamente elevata. Pochi i brani che salterei. Di tutto un po’, come è normale trovare su una raccolta; a maggior ragione se i brani da ascoltare sono la bellezza di 36.

Si va da pietre miliari dello ska come Rico Rodriguez con una calypsianissima “Congaland" a Laurel Aitken con la classica “Sally Brown", da Doreen Shaffer (“Sugar Sugar") a Lord Tanamo, fino ai più moderni Toasters, Dr Ring Ding e via di seguito. Un’occhiata al sito della Grover e vi farete l’idea degli artisti presenti nella raccolta. Pochi i brani inediti, che appartengono per lo più a band che ancora non hanno pubblicato alcun lavoro. E’ il caso di una delle sorprese più gradite che trovo sul primo dei due dischi: Arne, band olandese con membri dei grandiosi Mr. Review. La loro “Fear the River" ricorda molto le ultime cose della band di Dr. Rude e Arne Visser. 5 minuti in chiave rocksteady molto intensi. Molto groovie direbbe qualcuno.

Piacevoli anche i tedeschi Ska Trek, i Caribbean Beat Combo e gli inossidabili Dr. Calypso con una splendida “Return". Degli Inciters so poco o nulla, però suonano una cover di “Me Myself and I" davvero bella. Ottimi anche Rude Rich & the High Notes, molto Jamaica stylee e con gente dei BeatBusters e dei Mr Review a garantire qualità e giocate di classe.

Piacevoli conferme arrivano dai Court Jesters Crew, Maroon Town e dai stratosferici Intensified.Lo ska mood è bruscamente spezzato da alcuni brani punk rock di bands che vanno sotto il nome di Loaded, Peacocks, Frau Doktor, Marones. Punk rock di discreta fattura, apprezzato da un vecchio appassionato del genere come il sottoscritto. I Marones, in particolare, propongono una versione tanto incazzata quanto irriverente di “The Tide Is High" dei Paragons che immagino faccia invecchiare di botto i puristi del genere. Uno a caso: il nostro Profeta preferito [Non solo lui...].

Una manciata di band note completano, con brani già conosciuti, questa compilation. Parlo di Hotknives, Mr Review, New York Ska Jazz Ensamble, Tokyo Ska Paradise Orchestra, Stubborn Allstars, Butlers. Di tutti questi, mi permetto di rimandarvi allo sportello Riddim Reviews, per ulteriori informazioni.

 Antonio Crovetti



Autori Vari - "Kick Ass Ska" - CD Pimp Records, Svizzera 2002

In italiano suonerebbe tipo “Ska che rompe il culo" questa ennesima raccolta di cui ho il piacere di occuparmi.
Di ska, ovviamente, ce n’è parecchio ma la preponderanza è ska core e punk che rende quantomeno erroneo o fuorviante il riferimento nel titolo al solo genere ska.

Ci sono infatti in Kick Ass Ska Dr. Ring Ding con Ram Di Dance e NYSJE con Properly, Toasters con Dog Eat Dog e Pietasters con il reggae Drunken Master. Ci sono i velocissimi Skarface francesi ma ci sono anche gli svizzeri Nguru ed i canadesi Planet Smasher gruppi che, tutti, propongono vari tipi di ska.

Ma ci sono anche gli italiani Shandon con Washing Machine, gli americani Link 80, gli inglesi Lightyear, i giapponesi Potshot ed i sudafricani Leek & the Bouncing Uptones e Fuzigish che propongono un sano, violento e rumoroso hc punk e trash, qua e là misto a tracce di ska. Di questi ultimi i migliori sono senz’altro gli italiani (no, non è campanilismo) ed i giapponesi Potshot con “Not Alone".

La raccolta comprende quindi, ben 4 continenti e 9 nazioni diverse e si propone effettivamente come valida vetrina mondiale per le band accluse.

Tre tracce sono, poi, dei “previopusly unreleased" e sono “Lucifer’s Sun" che è un dub tecnologico degli Slackers di cui si può fare a meno; l’interessante hc “Trapped inside" dei sudafricani Leek & the Bouncing Uptones e lo ska punk velocissimo degli svizzeri Skaladdin “Boiled Eggs".

Appetibile, quindi, per chi desidera una valida panoramica del mondo ska/hc.

 

Sergio Rallo

 


Vari - "King Size Ska" - Trojan (UK) 1998

Potrei riscrivere, per recensire questa eccezionale raccolta di "Ska Di Taglia Reale" (se mi permettete la traduzione), parte delle cose che scrissi quando mi occupai di Skatalites & Friends (vedi), tanto è l’entusiasmo suscitatomi da questa recente produzione Trojan.
Per chi abbia un interesse più che passeggero per il sound giamaicano i nomi degli artisti è di tutto rispetto e di grande fascino: Alphonso, Mc Cook, Val Bennett, Baba Brooks, Granville William Orchestra ed i Carib Beats.
Quello che più interessa è però che delle 25 tracce che costituiscono il corpo di questo King Size Ska (dal titolo della traccia #2, di Brooks) non ce n’è una che si abbia avuto l’occasione di ascoltare altrove; anche perché "altrove" significherebbe, al solito, sugli originali 7 pollici!
La collezione si apre con una concentrica composizione di Roland Alphonso dal titolo "El Torro" e ci riserva splendide sorprese come la versione di "Cocktails For Two" di Baba Brooks e del mistico sassofonista Sammy Ismay; Baba Brooks ci fa poi ascoltare 2 delle tracce più belle di un disco che ritengo favoloso e cioè il leggiadro e sinuoso "Faberge" e l’apocalittica "First Session" (nel mio cervello vera adrenalina Ska).
Energia "a palla" ce la dona Granville Williams con 4 tracce -tutte cover- tra le quali brilla "Old Mc Donald" con Ranglin alla "lead guitar" ed una incredibile versione di "Popeye",per la situazione reintitolata "Popeye Ska".
Alphonso delizia con "Song For My Father" di Horace Silver ed una mitica " "Guantanamera Ska" ma anche con composizioni sue come la rocksteadyggiante "Nothing For Nothing"; da non perdere, poi, la splendida "Hot Nosh" della Cluett Johnson Orchestra, eccellente testimonianza di tardo Ska-r&b.
Dettagliate, ma mai con la pignoleria che ci garberebbe, le informazioni in nota di copertina: ESSENZIALE ( Da Profet dixit).


a cura di Sergio Rallo

 


vari_jackpot_of_hits.jpg (11192 byte)

Autori Vari - "Jackpot of Hits/Explosive Rocksteady" - Trojan 1997

Veniamo subito al sodo: questo CD contiene 2 LP originariamente pubblicati da Joel Gibson (aka Joe Gibbs) rispettivamente nel 1968 e nel 1967. A loro volta i due LP contengono un tot di 24 tra musiche e canzoni che sono l'ennesima testimonianza della esuberante creatività giamaicana. Creatività espressa nel lavoro spesso esaltante di gruppi vocali come i Pioneers e i Versatiles o dal batterista Hugh Malcom che, per l'occasione, canta e suona lo Steel Drum.
Ascoltando questa raccolta il collezionista troverà alcuni brani che sicuramente conosce da altre raccolte (se non dagli LP originali stessi) ma anche parecchie novità che meritano di essere conosciute meglio e che rendono l'idea di quali concorrenti avessero Duke Reid, Prince Buster e Coxone nell'epoca Rocksteady.
Imperdibili "El Casino Royale" di Lynn Taitt e l'esagitata "Miss Tourist" dei Pioneers.
Da ballare con scarpe ben lucidate.

a cura di Sergio Rallo


 

Autori Vari - "Hey Punk…Get Riddim!" - , CD Victory Records Inc., 2001, USA


Hey Punk…Get Riddim! È una compilation prevalentemente di Reggae duro e moderno con qualche concessione al Dance Hall e atmosfera elettronica a profusione.

Gli artisti rappresentati sono quanto di meglio della moderna scena che pulsa in Giamaica: Yellowman e Sugar Minott, Sizzla e Clapeton, Tenor Saw e Gregory Isaacs, Black Uhuru e Chaka Demus,  Israel Vibration e Sua Maestà Lee Perry, tanto per intenderci.

Yellowman, in coppia con Beenie Man, cavalca con un velocissimo ragga talk, il pesante andamento sincopato di Weed Dem un brano simile come atmosfera - se non per la parlata molto più sofferta e meno divertita dei precedenti artisti - al brano di Sizzla dal titolo Mother Nations. Quest’ultimo è quasi un ballabile, poi, rispetto alla traccia di Capleton che definirei “sintetica", esattamente come la noiosa Pumpkin Belly di Tenr Saw.

La prima traccia di Reggae inteso come lo intende SkabadiP è Rumors di Gregory Isaacs che non dimentica né melodia, né ritmo fluido del Reggae, analogamente a quanto fanno i maestri Black Uhuru con l’eccitante e “militante" Fit You Haffe Fit.

Diversamente orientati sono Chaka Demus & Pliers che cantano Lap Top su un ritmo molto più Hip Hop che di tradizione giamaicana.

Quasi invariato dagli anni ’70 risulta il buon Lee Perry con Come Along, dai suoni confezionati con echi e riverberi tipici che rendono il tutto pervaso dalle tipiche atmosfere oniriche di molte sue produzioni.

Fanno la loro comparsa anche i fiati nella traccia dei Culture, dal titolo Youthman Move, che rispecchia ancora un Reggae classico con cori, solo di chitarra e voce solista sempre di rimarchevole espressione.

Hey Punk…Get Riddim! non è certo una compila per punk, ché gli preferiscono ben altro, ma è sicuramente azzeccata per gli assidui frequentatori di Reggae Radio Station e delle serate del DJ Vito War. Astenersi amanti Ska.

 

Sergio Rallo



Artisti Vari - "Kingston Lounge" - CD, Grover records, Germania 2003

Terzo ed ultimo capitolo della serie che festeggia meritatamente il primo decennale di vita della Grover Records "Kingston Lounge" merita, per chi si fosse perso le prime due puntate, di essere ascoltata.

A rendere appetitosa la presente raccolta anche per chi segue costantemente la produzione dell’etichetta tedesca ci sono 3 tracce mai pubblicate prima tra le 18 che la costituiscono.

Sono quella che apre degnamente l’ascolto del CD, un buon strumentale dei Senior Allstars intitolato "Rio Pecos"; lo strumentale rilassato e sognante dominato dalla melodica degli sconosciuti Gringo intitolato "Every Day" e "Dobby" un reggae con effetti dub, del medesimo autore della precedente ma attribuito a DeSoto, nome a me sconosciuto come Gringo.

Ci sono altri nomi che non conosco ospiti su Kingston Lounge, sono Wood In di Fire autori di un ottimo reggae notturno parecchio accattivante sulla falsariga della famosissima "Harlem Nocturne" intitolato "Loie" e Mousse T. feat. Till Bronner che propongono la bellissima "Negril Blues" che, dotata di un arrangiamento da paura, fiati, piano, tastiera e splendida chitarra fanno di questa traccia la mia preferita al primo ascolto.

In una compilation del genere non poteva mancare uno dei padri fondatori dello ska jazz californiano ovvero Joey Altruda che propone l’ottimo "Cha-Cha 69" e, con i suoi Jump With Joey "Calafia". Jazz a piene mani e solisti superpalluti sono ascoltabili in entrambi pezzi ed è anche la prima volta che trovo Joey Altruda su una compila europea dai tempi di Ska Island!

In Kingston Lounge prevalgono gli strumentali di classe ma ci sono anche quattro cantati pure essi di classe.

Sono il rocksteady "Almost Home" degli After Hours, la stupenda "Touches Of Silk" dei CJC tratta dall’altrettanto stupendo loro ultimo album "Babylon Raus", Doreen Shaffer di cui si può ascoltare "Groovy Kind Of Love" e l’ottima "Summer Wind" scritta e arrangiata dal pianista Monty Alexander ed interpretata da uno sconosciuto quanto bravo John Pizzarelli evidentemente italoamericano.

"Elegy" l’affascinante rocksteady della NYSJE pieno di dub e "Latin Expression" di Rico condividono il tempo e l’atmosfera.

Terminando l’ascolto di Kingston Lounge trovo gli Studio 9 (anche questi ascoltati per la prima volta) che con "Above the limit" propongono una specie di seguito (riuscitissimo, peraltro) al famoso strumentale 1968 dei Rude Boys "the Ska’s the Limit".

Lounge music, ovvero musica da sala d’aspetto, detta anche musica cocktail, ma questa Kingston Lounge è pura dinamite per la vostra serata d’atmosfera, garantito!

 Sergio Rallo


Autori Vari - "Jamaican Memories" - CD Trojan/Sanctuary, 2002 Inghilterra


Le storie e vicissitudini delle etichette discografiche sono sempre molto interessanti, quelle delle etichette giamaicane e di quelle ad esse collegate, poi, lo sono ancora di più.
Per me, infatti e pur non appartenendo alla categoria, non è affatto difficile capire la maniacalità di certi appassionati che, nonostante i prezzi proibitivi, passano il tempo libero (beati loro) recandosi a convention tematiche o ai mercatini dell’usato acquistando 45 giri ed LP originali.
L’intento, nei casi più gravi, è possedere tutta la serie di dischi usciti con una determinata etichetta, esattamente come una volta era quello di completare l’album di figurine Panini, ma con una certa differenza di spesa. Alcuni, addirittura, ne hanno fatto un lavoro.
Qualche furbo poi, come nel caso dell’album in oggetto, ben conscio della ricercatezza dei dischi in proprio possesso nonché della presenza di una precisa richiesta di mercato mai tenuta in considerazione dalle case discografiche di riferimento, ha bellamente provveduto negli anni ’80 e ‘90 a trarne profitto illecitamente con ristampe pirata (spesso messe in commercio attraverso “mail order" compiacenti).
Un’attività del genere arreca certamente danno direttamente a quegli artisti che detengono ed hanno sempre detenuto i diritti sulle proprie registrazioni tipo Clancy Eccles, Prince Buster o, in molti casi, Laurel Aitken; meno ne fa o ne ha fatto a tutte quelle case discografiche che acquisirono i diritti i utilizzo dagli artisti per somme esigue ai tempi che furono e non hanno mai avuto interesse a ristampare certi album perché la richiesta di mercato veniva ritenuta così marginale da non doverla soddisfare.
Salvo accorgersi che certi intuitivi “pirati" riuscivano ad approfittare dello stato di cose.
Ecco, allora, che la saggia Trojan ripropone “Jamaican Memories" pubblicato per la prima ed unica volta nel 1968 (però, sono passati solo 35 anni!).
L’etichetta sotto la quale uscì era la sussidiaria Trojan “Blue Cat" della gran parte delle cui produzioni era responsabile un altro dei tanti personaggi “secondari" della storia del rocksteady: Mr. Charles Ross.
Tornando alle edizioni non autorizzate ed alla presente ristampa, chi ci guadagna da tutto ciò, ovviamente, è il patito di musica contemporaneo dato che la Trojan - col preciso intento di dare valide motivazioni per acquistare la ristampa anche a chi possiede (in cassaforte) l’originale o la versione pirata - aggiunge all’originale set di 12 tracce la bellezza di altre 16 registrazioni tratte da alcuni tra quei 175 singoli che tra il 1967 e la fine del 1969 uscirono con i numeri di serie della Blue Cat. Insomma: rarità su rarità tutte insieme per un orgasmo storico - musicale di cui, finalmente, ora dirò qualcosa.
L’originale raccolta “Jamaican Memories" si apre con uno dei miei più graditi duetti rocksteady, i Clarendonians, ovvero Peter Austin ed Ernest “Soul" Wilson, che fanno capire immediatamente il motivo per cui l’album è stato tra i più ricercati dai collezionisti: la loro “Take or Leave It" è un ottimo roksteady stomper che meriterebbe maggior culto.
Segue la title track, uno strumentale tardo ska a base di armonica a bocca di Roy Richards che, registrato peggio di altri, non è mai stato tra i pezzi forti dell’album, nonostante la solita ottima ritmica sul fondo propinata probabilmente dai Soul Brothers che, insieme ai Rudies, a Tommy Mc Cook & the Supersonics e Lyn Taitt & The Jets provvedono a quasi tutte le ritmiche e strumentali dell’album.
Uno di questi strumentali, accreditato solo ai The Rudies nell’album originale e a Rico & The Rudies nell’odierna edizione, è tra i pezzi più significativi del disco ed è il poco noto rocksteady dal titolo “Orange Street", un pezzo con un notevole piglio soul/r&b. Un altro, “Sound and Music", su ritmica dei Soul Brothers è un tardo ska dominato dall’organo suonato da quello che potrebbe sembrare Jackie Mittoo. Ma è senz’altro “Soul Glide" dell’ispirato tastierista Neville Hinds che merita la corona di migliore strumentale dell’album, certo un altro grande brano dell’epoca rocksteady.
Tra i cantati, oltre a quella dei Clarendonians citata sopra c’è la splendida canzone “Why Did You Lie" di Dawn Penn, e “Deep Down My Hart" dove Ernest Wilson invece che con Peter Austin fa coppia con un giovanissimo Freddy Mc Gregor.
Altre canzoni come il rocksteady/r&b “The Fiddler" di Nehemiah Reid, la leggiadra “A Fool" del talentuoso Alton Ellis che dura inspiegabilmente solo un minuto e mezzo, “Takin’ Another Girl" dei Beacons e “A Fool" del mio amatissimo Delroy Wilson, sono tutte tracce che, nonostante l’indubbio fascino, sono surclassate da alcuni dei citati 16 bonus tracks.
Accompagna il veloce rocksteady del poco conosciuto Dermott Linch intitolato “I’ve Got Your Number" un giro di fiati tratto da “Judge Dread" di Prince Buster. Lo stile è profondamente influenzato, ancora, dal r&b, il “giro" è perfetto.
Segue un’eccellente interpretazione della classica “Try A Little Tenderness" del maestro dei Wailers Joe White che, intervistato, spende parole affettuose e lusinghiere sul citato Charles Ross.
A ruota si può ascoltare un’altra traccia che è tra le cinque migliori di questa riedizione, un altro affascinante rocksteady dall’intrigante ritmica intitolato “Get Right" ed interpretato dagli sconosciuti quanto apprezzati The Wriggles.
In uno stile più simile a quello di Delroy Wilson il citato Dermott Linch si ripropone con “You Went Away" giusto per fare da intermezzo ad un'altra traccia godibilissima cantata da un trio formato da Glen Brown, Joe White e Trevor Shield che canta “Way Of Life" un’ottima produzione di Mr. Ross, di cui si può ascoltare la versione strumentale di un grande sassofonista giamaicano come Karl “Cannonball" Bryan che riesce ad esaltare la perfetta ritmica dei the Jets. Preziosi, come al solito, i guizzi della chitarra di Lyn Taitt.
Altra canzone piacevole “I Can’t Stand" di Dermott Linch (il quale risulta essere, con complessive 6 tracce, l’artista maggiormente rappresentato di Jamaican Memories versione 2002) ed altro pezzo da non perdere interpretato da Joe White con graditissima versione di Karl Bryan & Co. al seguito.
Segue una tra le migliori canzoni di Dermott Linch ospitate in Jamaican Memories ovvero “Hot Shot", un brillante esempio di rocksteady/doo woop in cui il nostro Dermott è accompagnato da altre 2 voci.
Ispirati, invece a gruppi vocali come Wailers o i Pioneers sono quelli che cantano insieme a Nehemiah Reid in “Great Surprise" ,un early early reggae la cui forte tensione si capisce appieno quando si passa al successivo, soffice rocksteady intitolato “Pretty Girl" del trio formato da Adams, White e Shield che ricorda omologhe tracce dei Gaylads.
Il rocksteady rallenta di brutto nella rootsy, attraente ed ipnotica “Echo (Feel Like Crying)" sempre di Dermott Linch il quale sembra cambiare stile in ogni sua canzone con una facilità che ne indica lo spessore artistico.
Altra traccia dei Wriggles, intitolata “If I Did Look", meno intesa dell’altra ma pur sempre efficace se non altro per la notevole ritmica dei Caribbeats di Bobby Aitken.
C’è poi, l’unica traccia attribuita ad altro gruppo “fantasma" come i Wriggles ovvero The Dynamics i quali con la loro “My Friend" non hanno perso l’occasione di lasciare un buon ricordo nella storia del rocksteady.
Chiude, infine, Jamaican Memories - poteva essere diversamente? – Dermott Linch con un soul/r&b di pregio intitolato “I Love The Way You Are".
Da avere.
 

Sergio Rallo

 


 


vari_land_of_rising_ska.jpg (7825 byte)

Autori Vari - "Land Of The Rising Ska" (Nihon Ska Dansu) - Moon Ska Records 1997

Chi conosce SkabadiP è già al corrente che in Giappone c'è una fervente scena Ska. E questa compilation ne è la dimostrazione. Anche se mancano nomi famosi come gli Ska Flames e i Tokyo Ska Paradise Orchestra, ci sono i Blue Beat Players, i Determinations e gli Oi-Skall Mates a darci una dimostrazione di come lì, dove hanno gli occhi a mandorla, si interpreta la musica giamaicana.
Come ogni buona compilataion dei tempi moderni c'è un po' di tutto, qui dentro. Dal Two-Tone all'Hard-Core al Traditional con una sola grande pecca nell'opinione dello scrivente, pochi brani, soltanto dodici. In un CD dalla bella copertina e dalla grafica curata che mantiene come pregio quello di essere la prima compilation di Ska giapponese facilmente reperibile in Europa grazie alla Moon Ska Record.

a cura di Sergio Rallo


vari_love-and-affection.jpg (8982 byte)

Autori Vari - "Love And Affection" - Moon Ska Records

Questa compilazione raccoglie 20 brani scelti qua e là nel vastissimo panorama mondiale dello ska. Tema: l'amore in tutte le sue forme. Un imperativo? Vietate le rime sanremesi tra cuore e amore (peraltro di difficile realizzazione in inglese).
I nomi sono molti e sono tutti concordi nel dedicare il disco alla memoria di Judge Dread, scomparso ormai da qualche mese. Compaiono gruppi noti come N. Y. Ska-Jazz Ensemble che "coverizzano" "Love and affection" dell'allora giovane Bob Marley, The Toasters con "Don't say forever"; i Bim Skala Bim propongono "Line to you", Mark Foggo's Skasters esegue "Fat girl".
Tra i meno conosciuti possiamo citare Highball Holiday, i quali nel cantato di "Ignorance" ci riportano alla mente la voce di Pauline Black dei Selecter. Poi troviamo Franceska, una band che possiamo senza dubbio accomunare alle Deltones, una formazione scomparsa da anni (che qualche membro abbia dato vita a Franceska non è - almeno per ora - dato sapere), gli Articles con "But not for love…".
Come molte altre compilation della Moon ska di questi ultimi due-tre anni, non si riesce a raccogliere che una esigua manciata di canzoni che richiamino l'attenzione dell'ascoltatore. Eppure tante sono le
formazioni- e molte di valore - che nascono sull'onda lunga dell'odierna ska Renaissance. Possibile che queste raccolte appaiono così anonime?
Occorrerebbe forse rendere più selettiva la cernita dei brani, perché il materiale c'è e la Moon ska lo dimostra costantemente con le nuove produzioni.

a cura di Tomaskarini



 

Autori Vari - "Mano Negra Illegal" - CD Big Mama Records Francia 2001

"Mano Negra Illegal" è una raccolta di cover tratte dalla discografia della famosa ed eclettica band il cui leader Manu Chao, svanita la formazione, imperversa una stagione sì ed una no nelle classifiche di molti paesi del mondo coi suoi dischi da solista.

20 sono le tracce via via coverate da una pletora di gruppi tra i quali, per quanto riguarda il mondo ska, riconosco gli spagnoli Ska P che propongono la loro eccitante versione di "Senor Matanza" (dov’è il circonflesso?) nonché La Ruda Salska (che suonano il punk rock "Rende De Nuit" con abbondanza di fiati), Rude Boy System (che rispolverano lo swing/ska "It’s My Heart") e gli Skunk (che non smentendo la loro natura prettamente ska-core propongono una violentissima "Indios De Barcelona").

Riconosco anche il basco Fermin Muguruza che, lontano mille miglia dai suoni duri e scarni dei Kortatu propone una bella versione del reggae dub elegante e piacevole intitolato "Guayaquil City" che risulta essere una delle tracce più interessanti.

Il resto, tra eccellenti (tipo Yuri Buenaventura che ripropone in versione salsa/cha cha cha la bella e famosa "Mala Vida") e buoni (come i Freedom For King Kong la cui versione a due velocità del primo successo internazionale dei Mano Negra "King Kong Five" è di stampo trash/soul/tecnologico/hip hop), è una miscela di punk/rock (Les Caméléons Soledad"), folk/ska sullo stampo dei Negresse Vertes (Les Ogres De Barback che suonano "La Ventura"), reggae/ragga/ska/heavy metal (tipo i pesanti Big Mama con la loro "Bala Perdida"), rocksteady/latin jazz (come M’panda che propongono un medley "Salga la Luna / El jako).

Tra le tracce particolarmente apprezzate anche perché proveniente da formazione a me sconosciuta c’è la versione dello ska "Out Of Time man" dei Maximunm Kouette con voce femminile e "Love & Hate" dei Les Hurlements D’Léo che si pongono tra ska two tone alla Madness e lo ska Core.

Mano Negra Illegal sarà apprezzata dagli appassionati, nell’ordine 1) dei Mano Negra; 2) del crossover nella sua accezione più ampia; 3) delle copilation fatte bene e curate.              

Sergio Rallo


 


 

Autori Vari - "Mondo Ska (One World Under A Groove)" - CD, Grover Records, Germania, 2004

La quarta compilation celebrativa del decennale della Grover è più che giustamente intitolata "Mondo Ska": in 19 tracce sono rappresentate più di una decina di nazioni (l’Italia con 3 band è tra le più rappresentate!).

Mondo Ska ha il pregio (e non è poca cosa) di farmi conoscere per la prima volta gruppi validissimi come i Markscheider Kunst russi di St. Pietroburgo, gli Athena (primo caso di gruppo ska Turco - di Istanbul - che mi sia capitato di incontrare in parecchi anni di militanza in levare) i Trovaci iugoslavi, i Soma Raza venezuelani, i Jah On Slide francesi e, infine, i Panteòn Rococo’ messicani. Ed è tutta gente veramente tosta, i loro pezzi sono entusiasmanti e, come sono solito dire in questi casi, valgono la compila.

Ascolto anche per la prima volta i Soulfood International in cui sono confluiti buona parte degli ex Court Jester’s Crew. E si sente.

Quanto alla nostra nazione che dire? Sembra che alla Grover, quasi a rispettare una par condicio geografica, si siano dilettati a scegliere il migliore gruppo ska/reggae del sud ovvero quella del comparuzzo Roy Paci ed Aretuska, la migliore ska/jazz band del nord ovvero quella di Mr. T.Bone, e la migliore formazione ska/punk del centro ovvero la Banda Bassotti.

Doppia la rappresentanza degli spagnoli con i Malarians e i Dr. Calypso, mentre è tripla quella americana con i Toasters, Victor Rice e King Django e tedesca con i citati Soulfood International, Dr. Ring Ding (insieme a Lord Tanamo) e gli ottimi Frau Doktor.

Gli inglesi sono rappresentati dagli storici Maroon Town, mentre un’altra nazione di grande tradizione ska come l’Olanda è incarnata dai bravissimi Rotterdam Ska Jazz Foundation.

E che il buon Dio, nella Sua grandiosa immensità, possa riservarvi un altro decennio di musica così buona!

 Sergio Rallo


 


Artisti Vari - "NYC Ska Mob & Friends" - Grover Records Germania 1999

"Dalla scuderia Stubborn", recita il sottotitolo di questa raccolta di ska nuovayorkese, a sottolineare il legame alla famiglia di King Jango, poliedrico artista della musica giamaicana e leader degli Stubborn Allstars.
Varia musica con solite ed insolite varianti reggae-rocksteady-ska-jazz-punk-ragga-dub con toccanti reggae gentili come "Lose This Skin" degli Stubborn o esaltanti cupi swing-ska/reggae dall’atmosfera fumosa e notturna come l’azzeccata "Seven" di Da Whole Thing.
Divertente ragga/early reggae dell’affermato toaster Rocker T con "One More" e "Not Guilty" dove lo stile è il classico DJ e ragga combat con "Jump Dung" degli Skinnerbox sono molto più interessanti di quanto quel rude che ascolta solo ska trad. possa pensare.
Rocksteady-blues di buona fattura per Radiation Kings con il pezzo "NY Blues" e Skoidats con il loro bel rocksteady dal gentile titolo "Smash Your Fucking Head" insieme agli Stubborn che ripropongono la loro bellissima "Rude Boy" concludono la presente recensione ma non l’elenco di tutte le 16 tracce di questo ricco cd.
Agli appassionati di Ska USA.

a cura di Sergio Rallo


Autori Vari - "Only For "Ska Addicts" - Bronco Bullfrog Rec., Spagna 2000

Bronco Bullfrog (dischi, rude mail order e ‘zine) continua a pompare ska da una delle più ambite isole del mediterraneo, Ibiza, da parecchio tempo ormai e tutto grazie alla mania di Mr. Mark Brown che allo ska non rinuncia mai e che, dopo laboriosi sbattimenti, è riuscito nell’impresa di mettere assieme Only For Ska Addicts.

L’offerta è molto abbondante in questa raccolta "Solo Per Ska Dipendenti", 21 tracce di ska, da tutto il Mondo, dedicato ai fans di Ska, Reggae e Rocksteady del Globo ed in special modo agli skinheads e rudies.

Passiamo in reassegna le nazioni: per la Francia ci sono gli affermatissimi Skarface con "Normalite" e le velocissime "Hate & Rage" e "La Tourista"; per la Nuova Zelanda ci sono gli Offbeats di cui ho già avuto modo di parlare nella recensione della raccolta neozelandese Ska Otea Roa con il buono skanker "Rude Nite" e l’omonima "Offbeats", due veloci ska il secondo dei quali dura un solo minuto facendomi malignamente pensare che gli Offbeats se lo potevano anche risparmiare; per gli USA ci sono gli Skinnerbox con un rocksteady/dj un po’ "dubbato" che più che far atmosfera fa addormentare. Bello, comunque, il giro dei fiati, odiosa la melodica; sempre per gli Stati Uniti ci sono altri due cavalli delle scuderie Stubborn di New York, uno è Kim & the Echoes con lo ska neo tradizionale "I Told You Many Times" che ricorda da vicino quello degli Skalars, l’altro, "All I Need" di Dunia & Bustabee è vicino come atmosfera e suoni a certi calypso con chitarra e percussioni ma è un rocksteady e sembrerebbe un "unplugged" in cui si riconosce la voce di King Django, altro talentuoso musicista ska leader degli Stubborn Allstars e titolare della Stubborn Records.

A rappresentare l’Inghilterra ci sono i Last Orders, che si piazzano sul cd con la bella "It’s Allright" e con "Last Orders", uno strumentale identico a "More Tea Vicar" degli scomparsi Ska-Boom!, e gli Smoke Like a Fish, piacevole rivelazione di Only For Ska Addicts: "Mesmerize", "The Way, la notturna "Siren"" e la divertentissima "Radickulie" sono tra i migliori brani del cd e denotano l’ottimo approccio allo ska di questa formazione del Mid Wales.

Gli irlandesi Gangsters, propongono invece ska di derivazione two tone e lo fanno con "Girl On The Run","The Family" e "Mistaken Identity" che, nonostante l’inizio un po’ sgangherato, è il loro brano che ho gradito di più.

Skavenjah, per rappresentare il Canada, sono presenti con lo ska "Jump Up & Down" e "Skafari" un reggae/ska dominato da una potente sezione fiati e con buone trovate musicali.

Sorpresa delle sorprese c’è anche l’Italia e a rappresentarla ci sono – guarda un po’ – i milanesi the Smarts (indubbiamente uno dei miei gruppi favoriti) con lo ska/shuffle "Once" ed il classico strumentale reggae "When The Saints" che portano a più di 70 minuti continui di ska il contenuto di Only For Ska Addicts.

"Pronti per la dose?", verrebbe da dire.

Sergio Rallo



Autori Vari - "Pressure Sounds Presents Red Bumb Ball" - CD, Pressure Sounds Inghilterra 2003

Sembrerò il solito esaltato ma quando ho l’occasione di ascoltare per la prima volta splendidi rocksteady ed early reggae di cui non sospettavo neppure l’esistenza perché in tutti questi anni non ne ho sentiti mai neanche citare i titoli (ed in alcuni casi gli autori), bè mi entusiasmo di brutto.
Se poi le ritmiche (sempre soavi ma potenti, gentili ma piene di tiro) sono offerte dai the Jets di Lyn Taitt e le tracce sono prodotte dal grande Derrick Morgan, allora concorderete con me che il mio entusiasmo ha una fondata ragion d’essere.
La raccolta comprende 22 tracce di cui 7 sono dello stesso Derrick Morgan e tra le quali quelle effettivamente familiari (ed uniche già ascoltate altrove) sono "I’m The Ruler", "Tears On My Pillow", "Father Killam" e "Bad Luck On Me" mentre le altre 3, la bellissima "The Story" (rifacimento rocksteady dello ska originariamente cantato in duetto con Naomi ed intitolato "I Wish I Was An Apple"), "Do You Love Me" (cantato in duetto con la cugina Pauline) e "Prisoner in Love" sono delle vere novità al mio orecchio.
L’unico strumentale del disco è offerto da Roland Alphonso che propone la sua interpretazione rocksteady della famosa "Whiter Shade of Pale" reintitolata "Hop Special" (Hop era l’etichetta di Morgan sotto la quale tutti pezzi di questa raccolta uscirono a suo tempo).
L’ascolto del CD inizia con la traccia che gli dà il titolo "Red Bumb Ball", un successo minore per l’etichetta di Morgan cantato da Lloyd & Devon (Russel ?) e ha i suoi momenti migliori quando si arriva alle quattro tracce attribuite ai Viceroys (a.k.a. the Hot Tops/the Brothers) ovvero "Give It To Him", "Every Day", la splendida "Walkie Talkie" e "Let Him Go" che permettono di comprendere meglio come mai i Viceroys siano ritenuti un gruppo di culto del rocksteady.
Altre due tracce sono attribuite, invece, a tale Austin Faithful sotto il cui nome sembrerebbero celarsi Desmond Dekker & the Aces dato che le belle "I’m in a Rockin Mood" e "Cry No More For Me" sono in uno stile vocale e melodico non dissimile da quanto Dekker faceva nello stesso periodo per Leslie Kong.
La bontà della raccolta, comunque, la si può apprezzare anche per le tracce offerte da perfetti sconosciuti come the Inventors che cantano la gioiosa "Food Of Love" e come Eric & The Loveletts che con "I’ve Been Searching" danno un altro splendido esempio di soulful rocksteady veramente adorabile.
Il tutto, come accennato all’inizio, condito dalle sempre riconoscibili pennate di chitarra di Taitt, supportato dalla ineccepibile ritmica di Bryan Atkinson e Joe Isaacs ed abbellito dai contrappunti di piano di Gladstone Andersone e Theophilus "Easy Snappin’" Beckford.
Devo aggiungere altro?
 

Sergio Rallo

 

 


Autori vari - "Punkinaskassata"  – DFC Sound System Italia 2002

Punkinaskassata è una compilation nostrana nata per dare spazio a gruppi ancora del tutto, o quasi, sconosciuti nel panorama punk, hardcore, ska italiano. Iniziativa degna di nota e per altro già alla sua terza, e immagino non ultima, edizione. Qui, più che la qualità del prodotto, ci si propone di dare visibilità a gruppi che altrimrenti avrebbero grosse difficoltà ad affacciarsi nel panorama della musica indipendente. Effettivamente, bisogna ammettere che la qualità delle band è tutto sommato mediocre; e questo, si sa, è un po’ il limite di queste raccolte.

Compilata da Diego De Ferrari, fonico d’esperienza del panorama ska/punk italiano (Vallanzaska, Punkreas, Matrioska….) per la sua DFC Sound System, il disco presenta un’ampia selezione di band (22 per l’esattezza) che spaziano dal punk rock all’hardcore allo ska-punk. Allo ska e relative derivazioni è dedicato poco più di un terzo della raccolta, e tra le band che lasciano il segno cito gli Strivol, i 27 Gioda,  i Clivius e i Fabula Rasa ai quali va l’oscar del brano meglio riuscito e più originale. Ai Corna Vissuta, invece, va la palma del nome più simpatico.

C’è tanta carne sul fuoco, un po’ di buon arrosto e un po’ di fumo come è logico che sia, per lo più con cose già sentite e poco originali.

Iniziativa genuina e meritevole di un seguito. Assolutamente da supportare, sia per sapere cosa bolle in pentola, musicalmente parlando, che per lo sforzo che ci sta dietro. E non ultimo perché nella prossima uscita di Punkinaskassata, potrebbe esserci il vostro gruppo.

Antonio Crovetti

 


 Autori vari - "Rototom Sunsplash vol.1 Ital Reggae Selezione 200" - Rasta Snob Records, Italia

2 parole 2 di introduzione alla recensione della più polposa compila di Reggae/Ragga/Dance Hall/Dub ital (ian) stylee che mi sia mai capitata tra le mani, ci vogliono.

Innanzitutto il sottotitolo della raccolta. “Ital Reggae" che è un “pun on words", un gioco di parole, sugli aggettivi “italiano" e “ital" che per i giamaicani significa “naturale"  E ci siamo: nonostante di naturale in un CD ci sia ben poco, i ritmi che scorrono per ben 16 tracce e un’iradiddio di minuti complessivi sono i più naturali che io conosca, quelli del Reggae.

Poi c’è il sottotitolo che non è altro che pubblicità ad un locale, il Rototom, dagli indubbi meriti per i programmi pieni di artisti d’alto gradimento che propone e ad un evento, il Sunsplash, ben radicato in un folto pubblico.

Poi c’è la qualità generale della musica ospitata che è veramente alta, a sottolineare la maturità raggiunta dalla scena Reggae italiana che offre di sé uno spettacolo così variegato che è mio auspicio possa un giorno sostituire nelle classifiche l’imperante hip hop che me l’ha veramente spappolato! E non c’è nessuno epigono di Shaggy!

Per entrare nel particolare, oltre agli ormai famosi Radici nel Cemento che, però, con la loro “Echelon", non contribuiscono certo con uno dei loro brani migliori, devo dire di essere stato “folgorato" da “Li Era Pé Te" dei bravissimi Boo Boo Vibration. La canzone è un Reggae/Rocksteady dal sound tradizionale con pregevole chitarra solista, bell’uso dei fiati, bei ritmi e canto corale di ottimo effetto e affatto scontata melodia.

Ho trovato essere un bel rockstedy “L’isola che non c’è" della Chop Chop Band che si contraddistingue per un brillate inizio ed un trombonista di spessore che si trova a proprio agio a suonare su di una ritmica classica e precisa.

Degni di nota sono poi i fuorissimi Mandala, con “Cibo Trans" la canzone con il testo più inusuale del Cd e che, forse per follia, sembrano trarre da qualche parte ispirazione dal “Guru" Lee Perry.

Una folgorazione al cubo me l’hanno provocata, poi, i siracusani Kebana grazie alle profonde vibrazioni che mi ha trasmesso la loro bellissima “60 Anni" che è una Canzone con maiuscola doverosa sia per l’inizio perfetto, sia per la potente ritmica che le fa da base, sia per l’eccellente interpretazione del cantante che, con la sua chiara e potente tonalità di tenore, mi insegna due cose che non conoscevo. La prima: quant’è bello i reggae cantato in siciliano soprattutto laddove lo si fa con una melodia che possiede l’indole della grande canzone popolare italiana e il tutto si fonde in maniera perfetta; la seconda: a Siracusa, il possessivo “mio" si dice “miu", a differenza di Trapani dove si dice “meu". Veramente notevoli.

Ma non è finita qui, anche Duboom con un pezzo in stile lovers di buona caratura dance dal titolo – appunto – “Lovers Rock Style" mi sono piaciuti molto, la loro è una canzone d’amore dagli effetti dub veramente d’atmosfera e dal testo niente affatto banale. Cosa rara, si converrà, per una canzone d’amore.

Br Stylers propongono “AB 160 (Dont’ Sleep)", un brano con effettazzi e tendenze da discoteca che riescono ad attrarre. A ciò si aggiunga una bella e potente voce femminile che, cavalcando un pesante ritmo regga/ragga, si produce in una nenia dall’effetto ipnotico. In inglese.

Br Stylers non sono gli unici a cantare in inglese, ci sono anche i Franziska per i quali, a riguardo della loro “Give Me Your Love", vale quello che ho scritto circa “Echelon" dei Radici nel Cemento all’inizio di questa, ennesima, lunghissima recensione. Che posso farci? Questo Sunsplash Vol. 1 m’ha preso bene! Come prende bene anche la sua ultima traccia in ordine di ascolto, “Decidere" dei Downtown Rebels, un bel Reggae alla Bob Marley dall’impronta commerciale e andamento morbido.

Una raccolta dall’effetto positivo assicurato!

Sergio Rallo




Rudi Mentali/Sgorgo - "Ska Monsters From Outer Space" Mad Butcher/KOB Records

6 brani a testa per i triestini Rudi Mentali e 6 per i veronesi Sgorgo in questo cd "split" della Kob Records.
I primi, caratterizzati dalla voce femminile e testi prevalentemente in italiano, hanno un piglio ska moderno che, oltre ad avere come riferimento essenziale quello detto "two tone", riprende atmosfere musicali anni ’60. I Rudi Mentali, dopo un veloce Ska comico/fantascientifico dal titolo "Mr. Spock" , trattano temi come il calcio ("Bisteccone"), l’Esistenza ("Come vivi") e, in inglese, ("My Mouth"), la fuga di sempre a bordo di una moto (uno scooter, ovvio) ("Sogni"), e la donna rude in "Avenger Girl".
I Rudi fanno quanto detto su ritmi prevalentemente veloci, con melodie un po’ scontate ma efficaci, accompagnati da una sezione fiati "ska" ed una insistente tastiera all’americana (bello il solo nel primo track).
I secondi, gli Sgorgo, che personalmente preferisco, cantano in inglese spesso in coro e propongono uno Ska, moderno, analogo a quello dei Rudi, che sembra arrivato dalla fine degli anni ottanta, hanno una sezione fiati potente e precisa che si "muove" alla Mr. Review e viaggiano su tempi medio/veloci. Sgorgo sono allegri ed hanno un sound giusto un "bit" più "original" dei loro colleghi che li precedono. Molto anni ’80 è "Disco", carino lo strumentale "Last Trip From Negril To Montego Bay" e le ultime due "Nobody Help" e "Psychokids".
Nel complesso, per entrambe le formazioni, "Ska Monsters From Outer Space" è un buon debutto ed un buon biglietto di presentazione per il futuro…due gruppi da non perdere d’occhio, nel Nome dello Ska!

a cura di Sergio Rallo


vari_ska_island.jpg (9435 byte)

Autori Vari - "Ska Island" - Island Records 1997

Per il quarantennale della fondazione della Island Records, la casa discografica ha deciso di mettere in commercio una serie di raccolte di vari 45 giri, pubblicati negli anni '60. Ovviamente parliamo di materiale proveniente dalla Giamaica.
Dimostrando una lungimiranza e un senno rari in una cosiddetta "Major", la Island ha deciso di far produrre a Gaz Mayall, noto cantante e leader della Ska Band Inglese "The Trojans" una raccolta di brani appartenenti alla stessa casa discografica e originariamente di autori più che famosi come Jimmy Cliff, Bob Marley & The Wailers, Soul Brothers , Delroy Wilson, Monty Morris.
Gaz Mayall, per l'occasione, ha scelto 15 tra quelle che risultano essere le migliori formazioni Ska di ieri e di oggi, con un risultato eccellente.
La confezione è curatissima, completa di dettagliato booklet, nel quale troviamo interessanti notizie riguardo ogni band e ogni canzone proposta.
Qualche nome? Prince Buster, The Skatalites, Fishbones (con una fantastica cover della "Crazy Baldheads" di Marley!) e i giapponesi Determinations e Ska Flames.
Avete letto fin troppo, ora andate a comprarla!

a cura di Sergio Rallo


Vari - "Ska Skank Down Under vol. 1 Australian Ska 1980 – 1990" -  Sound System Australia, 1998

Ska ovunque, dunque, anche agli Antipodi e da tempi non sospetti pure, come mostra la presente compilation che recensisco grazie all’Amico Stefano Manenti che me ne ha fatto omaggio tornando dal più piccolo continente del Terra.

Dicevo "da tempi non sospetti" perché l’etichetta del grande Pete Porker ha messo assieme il meglio di una stagione ska che, per l’Australia come per quasi tutti gli altri paesi, ha visto succedersi sul palcoscenico decine di formazioni diverse fin dal 1980.

In Australia, però, è come se il tempo si fosse fermato nella dimensione dello ska "Two Tone", senza virulenti attacchi di reggae "original", ska "traditional" e/o commistioni con HC o Hip Hop/ragga. Infatti, se da un lato è innegabile che l’unica fonte di inspirazione musicale per i gruppi ska di Sydney, Melbourne, Canberra etc. sia stata la musica ska dei gruppi Two Tone - e si sente -, è anche vero, dall’altro, che se gruppi come the Leftovers con "The Lemonade Song" (1983), the Jumpers (sospettato d’essere il primo gruppo ska in ordine di tempo) con "1966" dell’80 (decisamente ispirata agli Specials) pagano il loro tributo passando per cloni dei gruppi inglesi, altri, the Latenotes con "l’on stage" "Work To Go"e Itchy Feet con "Orange Chupa Chups" rgistrato live nell’86, sorprendono per divertente originalità.

Originali anche gli Allsorts di cui ancora qualche anno fa non era difficile procurarsi il bell’LP "Happy Happy Happy" (1991) da cui è estratta "Temper temper".

Molto inglesi alla Madness sono i Furious Turtles con "Citizen", datata 1984 e reminiscente di quelle atmosfere da "foggy London" con un paio di Marten’s ai piedi che tanto mi hanno fatto skancheggiare alla fine degli ’80. Just Kidding, da Adelaide, ci vengono riproposti con il loro primo 45 "Why Must We fight?". Forse avevano ascoltato la versione di Jhonny Nash, ma i Club Ska, nel 1987, registravano una bella versione di "Cupid" di Sam Cook, inna rocksteady/dancehall stylee! Non poteva mancare il primo 45 degli Allniters "She Was My Babe" uno ska shaker insistente con classico sax solista. Come in "Dr. Raju" di un’altra vecchia conoscenza dello ska, gli Off the Shelf.

Ai Naughty Rhythms doveva piacere da matti "Baggy Trousers" dei Madness, con l’omonimo brano "Naughty Rhythms" lo dimostrano ampiamente.

Lo stile vocale di derivazione punk, invece, su ritmi ed una sezione fiati sorprendentemente da anni ’90 nel 1987, caratterizzano il contributo degli Hangovers ("People Come People Go") alla compilation della Sound System.

Ska rock suonano i Funaddicts nella particolare "What’s goin’On?"; mentre c’è la mano di un italo australiano (l’autore è tale M. D’Abruzzo) in "SheFell in Love with James Bond", di un’ altro gruppo durato solo due stagioni: the 88’s.
Molto carina "Rude boy, Rude girl" dei Vegimite Reggae e la "tastierosa" "French Connection" dei No Nonsense.
Concludono i Porkers con un loro classico, il r&r/ska "Earthquakin’ ".
Compilation da terremoto!

a cura di Sergio Rallo


Artisti Vari - "Skala Familie" - Leech Records CH 1999

Era un po’ di tempo che non si recensiva nulla di provenienza svizzera ed eccoci a porre rimedio alla distrazione con questa varia, buona compila di ska italiano…dalla Svizzera?…sì, perché dovevano pensarci quelli della Leech Records a tirarne fuori una valida, degna compila di ska italiano.
Con 16 pezzi Skala Familie si presenta come una raccolta del meglio dello Ska fatto da italiani e svizzeri dei 4 cantoni.
Ci sono i Godzilla con il suono prevalente di tastiera e piano molto anni 60 dello strumentale "Terminator", Le Tremende con il brano meno ska di tutto il disco "Non Ti Fermare" ed ancora i particolarissimi Les Congelateurs con il cattivo ska medio-tempo dal titolo "Tease Me", gli Arpioni, bravissimi con il loro elegante strumentale dall’opportuno titolo "Misura Standard", seguiti a ruota da Quatre in Toulouse con un altro brillante strumentale trasportato dai fiati titolato "Colour 24", ed ancora le chitarre distorte dei Senza Sigura, lo ska Two Tone dei Radio Active, lo ska-core dei Persiana Jones di "Un'altra", lo ska-r&b di The Shame & Skandal Family con la loro calda e ondeggiante "Clodo", Radici Nel Cemento con il reggae-ska di "Times Has Come" uno dei brani meglio riusciti a questo "outfit"reggae, finendo con un sestetto di tutto rispetto ovvero: la piacevolissima "Hope" dei Moonraisers, un bellissimo ska-reggae-disco in una incredibile salsa "marleyggiante", Ramizza con la "skizzante" "Mozzica Gane", Kalles Kaviar che dimostrano di essere non a caso una delle migliori formazioni della Confederazione con la loro cover della sempreverde composizione dei Blues Busters "Never Let You Go",a seguire, un gruppo a me leggermente CARO come i mitici Smarts con il loro classico strumentale "Oh Yeah", Los Spunos con il brano più curioso di tutta la presente compila e, per chi non ne avesse abbastanza, Sgorgo con "Gigliola". Amen.

 a cura di Sergio Rallo


vari_skampler-3.jpg (6617 byte)

Autori Vari - "Skampler 3" - Leech Records 1997

Terzo volume della serie che nei primi due ospitava solo band oriunde della Confederazione Elvetica, e che oggi si presenta in veste di "compila" internazionale di Ska.
Molti gli ospiti stranieri tra cui Slackers e Skankin'Pickle (USA), Chichenpox (Svezia), Bakesys (UK) e Scarface (Francia), ma nessuna novità trattandosi di brani tratti dai rispettivi album. Molti - ovviamente - i rappresentanti dello Ska svizzero, influenzati dal Two Tone, dai Fishbone, dal Rocksteady e Ska-Trad. Meritano una particolare attenzione gli Halle K, che con il loro Rocksteady frutto di campionature dal titolo "Rote Erste" che mi ha molto impressionato, i più famosi e bravi Ventilators ed i migliori rappresentanti del nuovo Ska svizzero, i Godzilla con "Mr. Fred" e i Kalles Kavair con "Lost Mission".
Non certo una compilation imperdibile ma neppure soldi gettati nel cesso, parola di Rallo.

a cura di Sergio Rallo


Autori Vari - "Skandinivian Dance Craze" - Burning Heart 1999

Nonostante che sui "nostri" mercati, alternativi e non, stiano piovendo una compilation nuova di Ska al giorno e non tutte di altissimo profilo, è con un certo godimento che ci piove anche questa "Skandinavian Dance Craze", cd che già dal titolo si richiama ad antichi fasti.
Venti brani con interpreti dieci gruppi fa un totale di 2 tracce per formazione, mica male.
E come sono, poi, ‘sti gruppi? Tutti veramente superiori. In trovate musicali, ritmi, testi, suoni ed atmosfere…non c’è che dire di più...ce n'è, ce n'è. Ottime performance di vecchie conoscenze scandinave come Liberator, Skalatones, Duck Soup e Chickenpox (questi ultimi, tra i famosi, sono quelli che mi piacciono di meno); ed ottime anche quelle di emeriti sconosciuti ma altrettanto "di livello" come i Phantoms (Ska-soul/R&B-Jazz, si, tutto insieme, come nella loro versione di Country Town di Baba Brooks qui intitolata Shack 78), the Blaster Master (ska Two Tone di pregio), the Cigarres  (bellissima "The Legend" che risulta essermi uno dei brani più graditi in testo e musica), Jing & Jangsters (Early reggae) e gli Stiff Breeze (Ska ultra-teso ma limpido ed "horns driven"). 
Dalla Svezia, una delle migliori rassegne Ska in circolazione, ovvero: la "compila" dell’estate, parola of da Propeht.

 a cura di Sergio Rallo


vari_skankaholics_unanimous.jpg (11281 byte)

Autori vari - "Skankaholics Unanimous" - Moon Ska Records 1997

È un po' di tempo che si vedono in giro compilation tematiche. E se la Bib Records ha avuto l'accortezza di dedicare la compilation "Joint Ventures" a sua santità canapa indiana, la Moon Ska ne dedica una, tanto per continuare nei vorticosi tunnel delle dipendenze, a sua maestà l'alcool.
E diciamolo pure, sbilanciandoci parecchio, che i venti brani di altrettanti artisti o quasi, di questa compilation sottotitolata "Under The Influences of Ska", sono uno più bello dell'altro.
Vecchie conoscenze dell'era Two-Tone come i Bad Manners si incontrano con i velocissimi Skoidats, i tedeschi Busters si fanno una bevuta di birra insieme ai canadesi Arsenals (per la cronaca precisiamo che il cantante , bassista, tastierista e arrangiatore Morgan è deceduto un paio d'anni fa).
Mentre il cantante dei Buford O'Sullivan non sa decidere che birra prendere in uno dei brani più belli che si possono ascoltare in questa compilation, dal titolo "I Can't Decide".
L'estate s'avvicina, il caldo si fa piuttosto torrido, le ragazze si svestono, e noi ci beviamo 'sta fresca Red Stripe.

a cura di Sergio Rallo




Autori Vari - "Ska Otea Roa V.A. (A New Zealand Ska & Reggae Sampler)" - Moonhop Music, NZ, 1996

Ultima recensione di cui voglio ringraziare – ancora? – Stefano Manenti, viaggiatore/visionario, mio amico, che dagli Antipodi me la portò.
E già che ho cominciato con un ringraziamento ne faccio subito un altro, a nome della "Tribù dello Ska" italiana a Chas Mannel, infaticabile leader del più longevo gruppo ska della sua nazione, gli Skapa, ed instancabile promotore di festival Ska.
Senza personaggi entusiasti come Chas, un appassionato del genere come me non avrebbe mai saputo dell’esistenza di una scena ska in Nuova Zelanda e senza la compila di cui ora mi occupo con qualche ritardo non avrei mai sospettato la presenza di tanti talenti in quei luoghi.
A cominciare proprio dagli Skapa che dall’87 deliziano – prevalentemente "live" – il pubblico neozelandese con il loro brillante Ska moderno carico d’energia che, non a caso, apre Ska Otea Roa: "Jane Bondage" un grande Ska che si trova anche nella raccolta Skank Down Under della Moon Ska (1996); per mia fortuna gli Skapa sono autori di super strumentale Ska (tipico degli Skapa fin dal loro eccellente "Ska Polka") basato su una potente linea di basso dominata da un furioso flauto al quale fanno da controcanto tromboni, sax e violino! dal titolo "Ska Jig" e di un brano il cui titolo è "It’s Your Round" il quale pare fare l’occhiolino a certo Ska/core alla the Porkers.
Se ero sicuro che gli Skapa non mi avrebbero deluso, non ero comunque certo di avere ulteriori soddisfazioni che, invece, provo ascoltando i 2 brani dei Banana Revolution, sono veramente forti. Banana Revolution, infatti, muovendosi a loro estremo agio tra il tradizionale ed il moderno, propongono la lunga quanto bella canzone ska/soul - con accompagnamento di violino – dal titolo "Gypsy Ska" e l’eccellente "Man With the Money" in cui brilla la voce di Suzanne Lyon…cresce la voglia di avere per le mani il loro cd di debutto "World Wide LP" del 1995!
Altra formazione notevole che trovo in Ska Otea Roa è quella degli Offbeats, già noti per gli attenti appassionati grazie alla citata compilation Moon Ska, qui con "It’s Not Mine" ed il reggae/two tone "Dubbed Out".
Più tendenti allo ska/core sono i Bwa Da Riddim che, lo dico subito, sono più Ska che "Core", e ce ne danno comunque un buon esempio con le loro "Man In Black" e "Gun Slinger".
Altri 2 strumentali, tratti "live" dallo Skaparty 2 di Wellington, sono in Ska Otea Roa proposti dalla formazione dal nome Screaming Orgasms, un gruppo nippo/neozelandese, che interpreta "Meskal" dei Trojans e "The Pedlar" della rispettatissima Tokyo Ska Paradise Orchestra.
Scopro poi con piacere lo ska datato 1981 dei the Red, le loro "Street Boys" e "Dancing in the Dole Q", sono influenzate dal punk rock, ma, credetemi, la seconda è decisamente uno ska/punk che anticipa parecchie formazioni del decennio successivo. Ed un altro "brandello" di storia dello Ska viene aggiunto al "database".
Ricercato.

a cura di Sergio Rallo



 

Autori Vari - "Speechless" Ska & Reggae the instrumental Way - CD Grover Records Germania 2003

In 17 tracce di grande qualità si snoda l’ascolto di questa ultima compilation della Grover, che non ne contiene neppure una che vada sotto il  "discreto", dedicata al lato strumentale del genere che amiamo.

Or che mi sovviene: quanto tempo è che non entra un bello strumentale nelle classifiche mondiali? Ed ancora: oltre agli appassionati di musica classica e di jazz chi sono se non i malati di reggae’n’ska a farsi continuamente di strumentali?

Domande retoriche ispirate da un disco che non ha bisogno di retorica grazie alla valentia degli interpreti scelti dalla Grover e quasi tutti di grosso calibro.

Ci sono, infatti, i bravi Dr. Calypso, i geniali e giovani Court Jester’s Crew, i jazzosi Eastern Standard Time ed i New York Ska jazz Ensamble, gli inossidabili Skatalites e gli scomparsi Potato 5, il grande Rico e gli Stubborn Allstar, Victor Rice e gli Articles, i Malarians ed i Senior Allstars più un altro gruppo di meno famosi come TSA, St. Petrsburg Ska Jazz Reviw, Rude Rich & the Highnotes, Caribbean Beat Combo ed After Hours che, nonostante ciò, rendono onore al fantastico genere musicale denominato ska.

Raccolta onnicomprensiva di notevole spessore artistico che soddisfa e con l’ulteriore pregio di contenere tracce non reperibili altrove.

Per appassionati del lato strumentale e puramente ritmico del reggae’n’ska.

 

Sergio Rallo

 


Autori Vari – "Trojan Calypso Box Set" - 3 CDs, Trojan/Sanctuary Records, UK, 2002

Non avrei mai immaginato di parlare così spesso bene della Trojan (di cui ho in passato criticato la ripetitività della pubblicazione di certo materiale) come, invece, sto facendo ultimamente e come farò anche nell’ambito di questa recensione della più completa ed onnicomprensiva raccolta di puro Calypso/mento giamaicano che sia mai stata data alle stampe.
Ci risiamo, infatti, con altri 50 brani dalla serie "Box Set" tutti da godersi e la maggior parte dei quali sono del tutto sconosciuti a grande pubblico.
Ascoltando e riascoltando la musica dei 3 CD si possono apprezzare tutte le più importanti caratteristiche musicali del Calypso di cui si impossesserà parzialmente lo Ska: basso spezzettato, percussioni, melodie felici, ritmi rotolanti derivanti da rumba e Cha Cha Cha, vocalizzi africani etc..
Come per altri "Box Set" trattati da Riddim Review, anche per quello dedicato al calypso si può dire che sono pochi i brani ben conosciuti a chi frequenta non distrattamente il mondo della musica giamaicana, tipo la grandiosa "Big Bamboo" di Lord Creator, "Nice Time" di Phyllis Dillon e "A Dash Of The Sunshine" di Lord Tanamo; il resto, sia che si tratti di sconosciutissimi interpreti dai nomi tanto altisonanti quanto improbabili come Baldhead Growler che canta "The Sausage" ("La Salsiccia"), The Mighty Terror & His Calypsonians che offrono "Calypso War" od un più blasfemo Lord Cristo con "Dumb Boy and The Parrot", sia che si tratti di artisti e formazioni più che affermate nell’ambito ska come Lyn Taitt & Baba Books Band, la fantastica Nora Dean (presente con due pregevoli tracce "The Valet" e la velocissima "Must Get a Man") o gli onnipresenti Mc Cook con i suoi Supersonics autori di un bellissimo Calypso reggae strumentale dl titolo "Reggae Marengue".
Notevole, come sempre,  la varietà di ritmi e stili canori di tutte le canzoni e musiche dei 3 CD (datate dal 1957 fino al 1972), varietà dovuta agli instancabili compositori di bella musica come Derrick Harriott che si può apprezzare in "Our Time Fe Celebrate" e nell’ottima "HappyTimes", il poco famoso duetto di Lord Spoon & David che ci fanno ascoltare la gradevolmente roots  "Woman A Love In The Night Time" e la divertentissima "The World On A Wheel" o The Mighty Vikings con il coinvolgente strumentale "Do Re Mi", ondeggiante ed abbellito da notevoli assoli di chitarra e tastiera.
Sono restato, poi, senza commento valido all’ascolto di "Bam Bam" dei Maytals in versione calypso, una di quelle canzoni che ti fanno diventare ancor più convinto della bontà della tua maniacale passione per un genere ed i suoi esponenti.
Bellissime sono anche le tracce di Lord Kitchener, Mighty Sparrow, Count Lasher & Williams, Count Alert (da ascoltare assolutamente "Hard Time") che ben si contrappongono a quelle registrate in Inghilterra (ed alle quali è dedicato l’ultimo CD del Box Set) alla fine degli anni ’50 da tipi come Lord Invader, Mighty Terror, Lord Ivanhoe & His Caribbean Knights.
Concludo con una curiosità offerta da Lord Invader & His Calypso Rhythm Boys con "Teddy Boy Calypso", una traccia che si inserisce nello stesso ambito delle canzoni sui rude boys che spopoleranno negli anni ’60 ma riferita ai giovani teddy boys, probabilmente veri antesignani di tutte le bande giovanili.
Consigliatissima a chi di ritmi sincopati non ne ha mai abbastanza, a chi piace sempre  ascoltare musicisti come Baba Brooks, Taitt, Wright, Mc Cook o voci belle ed ispirate come quella di Lord Cristo e testi divertenti, pieni di doppi sensi, la raccolta si presta a far parte delle migliori collezioni di dischi. 

 

Sergio Rallo

 



Autori Vari -  "Trojan Skinhead Reggae Box Set" -  3 CDs, Trojan/Sanctuary Records, UK, 2002

Se dovessi fare una delle mie solite recensioni in cui accenno ad ogni brano del disco che recensisco, sarei in enorme difficoltà con questa tripla raccolta di ben 50 (!) tracce con etichetta Trojan.
Recensire una così corposa raccolta, sarebbe poi estremamente facile se fosse piena di pezzi già conosciuti, invece, per il godimento dei patiti di “skinhead reggae" (rocksteady/reggae del 1968/70) la raccolta, affianco a brani più noti (“The Law" di Andt Capp", “Skinhead Moonstomp" dei Symarip/Pyramids, “Tribute to Drumbago/Last Call" dei Dynamites o “Skinhead Revolt" di Joe the Boss) propone effettivamente pregevolissime rarità, sia di musicisti famosi - tipo “Overproof" del sassofonista Karl Bryan, “Spread Your Bed" dei Versatiles, “Copy Cat" di Derrick Morgan, “Whap’en" del DJ Sir Lord Comic o il vero e proprio martello “The Horse" di Theo Beckford - come ne propone di personaggi meno conosciuti tipo Tony Scott che, in stile Delroy Wilson prima maniera, canta “What Am I To Do Now" sul ritmo di “Liquidator", “Casa Boo Boo" del DJ Cool Sticky o la bellissima “Qua Kue Shut" dei Creations.
Meritano di essere meglio conosciute anche la versione di Harry (probabilmente il produttore Johnson) e Radcliffe (probabilmente il tastierista Butler) in stile early reggae di “Wonderful World" di Sam Cook intitolata semplicemente “History", “Night Food Reggae" dei Rudies/Des All Stars o lo strumentale “Bigger Boss" di Ansel Collins in cui il famoso tastierista si destreggia sul ritmo di “Everything Crash" degli Ethiopians.

Insomma, una collezione di notevole pregio, affascinante quanto lo è la musica contenuta ed estremamente collezionabile, sia per chi ama lo “skinhead reggae" con abbondanza di tastiera e ritmi ripetitivi a go go, sia per chi è stufo di rispolverare vecchi, rumorosi 45 rischiando di rovinarli ulteriormente.
Un plauso infine alla Sanctuary Records Group LTD che, da quando si è impossessata dei magazzini Trojan, sta operando un’ottima e condivisibilissima politica di diffusione di materiale piuttosto raro con il progetto dei “Box Set" dei quali, ovviamente, mi occuperò ancora.

Sergio Rallo



 

Artisti Vari - "Trojan Revive Box Set" - 3 CDs, Trojan/Sanctuary Records, UK, 2002

Con il "Revive Box Set" la Trojan/Sanctuary Records segna un altro punto a fare della diffusione di vere e proprie rarità del periodo più vario e florido del reggae giamaicano, quello che va dalla fine del 1967 al 1969.
Dei 50 brani contenuti nei tre Cd acclusi alla scatoletta di cartone bleu pochi sono familiari, molti li si è visti solo sui cari vecchi 7 pollici, di altri non si sospettava neppure l’esistenza.
Comun denominatore dei Box Set è senz’altro la qualità della musica proposta da una pletora di rispettabilissimi artisiti del calibro di Stranger Cole e Gladstone Anderson ("Over Again"), Joe White ("My Guiding Light" ), The Tennors ("Massie Massa"), Larry Marshall ("Money Girl"), The Clarendonians ("Baby Don’t Do It").
Ma se dai "grandi" non può che aspettarcisi musica entusiasmante come confermano ulteriormente Tommy Mc Cook and The Supersonics con la loro magnifica versione di "Liquidator" o i mitici The Rulers "con "Got To Be Free", lo stupore cresce ascoltando la bellezza di canzoni rocksteady come "Going Back Home" di Al & the Vibrators (non a caso prodotti dalla Pottinger), o "Swing Baby Swing" dei bravissimi Soul Tops o, ancora, strumentali divertenti come "Revival" di Leslie "Radcliffe" Butler & the Gaytones e rocksteady/reggae dolci e suadenti come "News Carrier" degli Hamlins.
Altri sentimenti di amore per i rotolanti ritmi contenuti in questo "Revive Box Set" suscitano l’ottimo strumentale del trombonista Danny Simpson dal titolo "Out Of Sight", la bellissima "So Long Farewell" di Freddy Mc Kay e l’esaltante, africano, burru/rocksteady di Count Ossie "Blacker Black" tre tracce che, da sole, valgono l’acquisto della corposa raccolta piena di sorprese.
Consigliato a chi non ne ha mai abbastanza e a chi non ha la più pallida idea di cosa sia il vero reggae ed abbia curiosità a tal riguardo!

Sergio Rallo



 

Artisti Vari - "Tune In" CD Grover - Germania 2003

Seconda compila della serie commemorativa del decennale della Grover Records (la prima essendo stata "Speechless") che raccoglie una bella ventina di canzoni ska in stile "pop".

La scelta è la più varia possibile, nessuna traccia è trascurabile ed eccetto 2 tutte fanno parte dell’ottimo catalogo Grover. Ergo parto subito con queste due che sono "Santeria" degli sconosciuti Sublime e "Litmanen" dei Blaster Master (che è anche l’unica "previously unrealeased" dell’album). La prima è un rocksteady, la seconda è uno ska dall’inizio blues e dalle pretese tradizionali.

Per quanto riguarda, invece, quelli della scuderia della Grover, la scelta spazia tra alcune delle migliori tracce della metà degli anni ’90 di Aitken (che con CJC propone "Dance Wid’ Me Baby") e di Doreen Shaffer (che propone la sua splendida versione di "Turn Your Lamp Down") come di alcuni dei gruppi di punta del nostro genere e mi riferisco allo strumentale "Summertime" dei Mr. Review, a "Missing Word" nella versione 2001 dei Selecter, ad "Happy Holiday" degli Hotknives (che è anche tra le mie preferite di questa raccolta) e a "No One Cares" degli Ngobo Ngobo.

Ma ci sono anche i berlinesi Butlers con "Romeo", gli inglesi re del tradizionale Intensified con "She’s So Fine", gli americani ska jazz Eastern Standard Time di cui possiamo ascoltare "Perhaps Perhaps Pehaps" (Forse, forse, forse) ed i loro compatrioti texani Stingers ATX con "In the End" e Stubborn Allstars di New York con la belal "Friend".

A rendere ancora più interessante l’album una manciata di formazioni più recenti ma non di meno valore come The 27Red, Dr. Wooggle & the Radio, Ska Trek  ed Alpha Boy School.

La traccia più bella, a mio personalissimo giudizio, è quella dei  disciolti Couurt Jester’s Crew "have You Seen My Girl".

Raccolta senza dubbio godibile. 

Sergio Rallo


Autori Vari - "Rasta Snob Sound System Vol. 5 Sweet Jamaica" - CD Alma Music, Italia 2000

Permettetemi di esordire dicendo subito che questa è certamente una delle migliori compilation reggae che abbia recentemente ascoltato.

Sarà che sono di parte e che in questo volume 5 delle compila di Rasta Snob c’è una straordinaria presenza di ritmiche Ska (aprono i Farhenheit 451  con uno strumentale live dal titolo “Kingston Bran", ma ci sono anche i Cookomackastick di cui ho avuto il piacere di recensire il demo da cui è tratto il bello strumentale “Storm Warning" ) e Rocksteady (eccellenti i Chop Chop Band con “L’isola che non C’è" e bravissimi i veneti So Vibes con “Venezia Vibra" ed il notevole strumentale dalle atmosfere dub dal titolo “Sexy Girl") ma devo ammettere che Sweet Jamaica è veramente una raccolta godibile come non mi capitava da tempo di ascoltare soprattutto fatte in italia.

Alcune presenze di “Sweet Jamaica", poi, sono per me vere e proprie “scoperte" come i bravissimi Amsterdam Street Knowledge qui presenti con “Burn Down Babylon" e gli ottimi Positive Men con la dub version di “Live in Love" che ricorda vagamente qualche dub dei Bad Manners o, ancora, come Taxi 109 ed i Piatti Roventi altra formazione in cui milita Skardy, simpaticissima voce Venessiana dei Pitura Freska ed unica traccia di ragga tra tutti i 12 brani di Sweet Jamaica.

Molto più pregiata di quanto ci si potrebbe immagianare e da avere per tenere sotto controllo le ultime tendenze del Veneto, indiscussa patria del reggae italiano.    

a cura di Sergio Rallo



Autori vari - "United We Can CD" - Kimera Records, Italia,  2002

Ben 74 minuti di musica sono contenuti in questa compila ad alto tasso Punk Trash HC e che tra le 26 formazioni rappresentate annovera anche più o meno note figure dello ska nostrano.
Inframmezzate tra il buon hc Nuovamente Solo degli Slide che aprono il corposo CD e molto meno buoni lavori tipo Binario Morto dei Confusione che concludono l’album ci sono, infatti, Fahrehneit 451 (con Veleno), Matrioska (Uomo nel Pallone), Kontea (con Mi Aggiro che è tra le tracce che ho apprezzato di più ed il cui stile vagheggia i Rebel Des), Stiliti (Quello che mi piace), Amanita Muscaria (Un Ritorno, idem come per Kontea nel senso che è tra le migliori tracce del CD), Verduns (Cocco Bello), Diskarica Abusiva (bruttina la loro Antoni Retrò) e Rimozione Coatta (Senza tregua).

Tra le formazioni ska che erano a me del tutto sconosciute  ci sono invece i veloci Eucalictus con la stupidissima "Un Paio di Moon Boot" e gli interessanti Skavalcavia (i quali, nonostante abbiano un nome che compete con alcuni di quelli citati per bruttezza, propongono un bel reggae moderno caratterizzato da un bella voce intitolato solo  "!").

Il resto del CD più che scorrere nel lettore martella col punk/hc dei Bellicosi (Millennio), col trash punk con accenni funk dei Procreation, col rumore dei Crunch (Famous in America), le spaventose atmosfere dei Noinfo (Insipid Revenge) e lo ska punk hc dei Doremifa (Muri Freddi).

United We Can è una raccolta che non lascerà certamente delusi i patiti di chitarre distorte e ritmi da cardiopalma.

 Sergio Rallo
 

 

 


vari_up-your-ears-volume2.jpg (7958 byte)

Autori Vari – "’Up Your Ears! Volume 2" – Grover 1998

Corposa raccolta di Ska "Grover Style" come specifica il sottotitolo. Perché i 18 brani acclusi sono dalle più recenti pubblicazioni dell’etichetta tedesca che si sta affermando come punto di riferimento dello Ska in Europa.
In termini di Ska c’è tutto in questo secondo volume di ‘Up Your Ears!: il Pop-Ska di livello degli Ngobo Ngobo, lo Ska-rock dei Loaded, lo Ska-core dei Rantanplan, lo Ska-trad ed il Ragga Rocksteady di Dr. Ring-Ding, Ska-jazz dei N.Y.Ska-Jazz Ensemble, lo Ska original di Aitken e tanto altro buon Ska beat servito dagli Intensified la cui "Duck Soup" (Baba Brooks) fa presagire un nuovo atteso Lp del gruppo, da Hotknives, Mr. Review, Los Placebos, Moneky Shop e Doreen Shaffer.
‘Up Your Ears è uno showcase che vi permetterà di testare quale sia il gruppo che vi prende di più…buon divertimento

a cura di Sergio Rallo


Vari - "Up Your Ears Volume 3" -  Grover Records, Germania 1999

Scopo delle compilation della Grover "Up Your Ears", giunte con questa al 3°volume, è quello di fare pubblicità, promotion, chiamatela un po’ come volete, dei gruppi prodotti dall’affermatissima etichetta tedesca; scopo sancito dall’invito – nel solito dettagliato e ben fatto "foglio" che accompagna anche questo CD – " fatti un favore e prenditi gli album di questi artisti!".
Io ho già in mente quali mi comprerò e, tanto per illustrartela "Up Your Ears" te la "scompongo" sinteticamente: n.°10 brani di Nuovo Ska (new trad., two tone, Ska jazz, etc.) che, quindi, la fa da padrone; n.° 4 di Veterani (con la "V" maiuscola) del Genere; n.° 4 brani di punk/Ska/h.c. Il tutto per un discreto totale di 18 tracce e, come puoi immaginare, parecchi minuti d’ascolto.
Dei primi 10 pezzi (tratti dai rispettivi nuovi, appena usciti, annunciati od usciti parecchio tempo fa ellepì), meritano particolare nota gli Adjusters con "Armstrong", un gran bel pezzo Ska che mi fa bramare l’ascolto dell’intero secondo album di questa formazione di Chicago.
Il "padrone di casa" Dr. Ring Ding & C li trovi in ben 4 tracce: ora sconquassano l’uditorio con una Ska version di "Ram Di Dance" veramente da cardiopalma (notevole prestazione raggamuffin di Richie); ora accompagnano uno dei Veterani di cui t’ho detto prima, il serissimo Lord Tanamo che ti canta la sua classica "Mother Love", tratta dall’annunciato nuovo album; ora si "dondolano" con "Long Time Music"; infine, i Senior Allstars, senza Dottore, ti rifilano uno SkaJazz notevolissimo, dal titolo "Sniff".
Trovi (alla traccia n.° 8) anche i bravi Malarians spagnoli che, nella loro "Disparalo", miscelano musica latina e Ska con classe; gli inglesi Intensified, con una delle canzoni più belle di ‘sta compila "She’s So Fine", dimostrano perché (se ancora non li conosci) si sono affermati già da tempo come la migliore formazione di musica giamaicana della loro Patria, posizione che col nuovo splendido album "Faceman Sound" si consolida ulteriormente.
Ad annunciarci una nuova uscita, un album dal medesimo titolo, c’è pure Rico Rodriguez con "Get Up Your Foot" un vero Reggae roots dall’atmosfera molto sonnacchiosa e rilassante; tra i Veterani c’è ancora Aitken che canta la già più volte sentita "Mary" e nientemeno che Derrick Morgan (questo sì una novità) che reinterpreta un suo pezzo del 1969 dal titolo "Reggae Train", ipnotico, insistente e divertente come l’originale.
Brillanti, nel loro genere che a me, si sa, inquieta, anche le formazioni degli Skoidats (USA), Edna’s Goldfish (USA), Loaded (USA/G) e Peacocks (CH), ma che, nell’andamento generale di "Up Your Ears Vol. 3", un poco "stonano".
Ed allora? "Up Your Ears" è certamente una confortante istantanea del panorama Ska nel mondo, non ci sono storie: Ska Rules, ficcatelo nelle orecchie!"

a cura di Sergio Rallo


Autori Vari - "What A Skandal (King Edward The Giant)" K.E. (UK) 1998

Ennesima, ma noi siamo ben lungi dall’averne abbastanza, raccolta di ska trad. registrato nell’anno di grazia 1964.
Di fatto è il 5° capitolo di una serie iniziata al cominciare dei ’90, molto familiare tra i collezionisti e dedicata al mitico Re Edoardo Il Gigante, sound system operator, produttore e patito di R&B che di lì a poco si sarebbe ritirato dagli affari lasciando il campo sgombro di un pericoloso concorrente agli accaniti rivali Coxsone e Buster.
Caratterizzati da un comune sentire R&B, i 18 brani di questo cd sono proposti dai soliti artisti di cui principalmente si serviva il King: gli Skatalites, Bobby Aitken, il sempre troppo poco considerato, dotatissimo Shanley Duffus, lo sfortunato Eric Monty Morris, il pianista/cantante/compositore Theophilus Beckford e l’immancabile "sostituto" di Don Drummond cioè Ronald Wilson; di quest’ultimo è da segnalare il cattivissimo strumentale dal titolo "African Queen", un brano che va a braccetto con gli altrettanto cattivi e cupi "Kingston 11" e "Lonely Man" dei precedenti volumi.
In W. A Skandal trovo – con estremo piacere – uno dei tanti personaggi "minori" della scena musicale giamaicana dei ’60 cui tanto mi affeziono io, parlo di Charlie Organaire, ovvero l’armonica Ska per eccellenza, che qui trovo a suonare "I Don’t Want You"; trovo, anche, il mitico proto-dj Sir Lord Comic che "rides the rhythm" su "Lon Chaney"; ci sono anche gli Upsetters, poco conosciuto gruppo vocale - da non confondersi con l’omonima "studio band" di Lee Perry - con addirittura 2 tracce, una più interessante dell’altra: "Walk Down The Aisle" (sì, proprio scritto così) e "Country Girl".
Ma è soprattutto Shenley Duffus che colpisce la mia immaginazione fin dalla prima traccia di questo cd con un pezzo (qui intitolato "I’m A Lonely Boy"), cover di un brano R&B che faccio da 5 anni con gli Smarts (!) [A proposito Sergio...fammi sapere le date una buona volta] e dall’originale titolo "Ain’t Got No Home". Sempre Duffus conclude la compilaton con un duetto con Hyacinth, sconosciuta vocalist di cui diamo per certa l’esistenza di un duetto con Bobby Aitken e null’altro sapremmo aggiungere!
Da collezionare se tenete alla completezza del vostro archivio storico dello Ska ed a quel certo feeling che solo lo Ska delle origini riesce a trasmettere.

a cura di Sergio Rallo



 

Artisti vari - "Work Your Soul" - CD Trojan/Sanctuary Records, Inghilterra, 2003

Non c’è neppure bisogno di ricordarlo: ska, rocksteady e reggae, pur essendosi autonomamente caratterizzati in linguaggi musicali autonomi e ben distinti, hanno subìto in ogni loro trasformazione la preponderante influenza della musica (nord) americana (nera, ovviamente).
Come tutti gli appassionati sanno, senza r&b e jazz non avremmo mai ascoltato lo ska, così come, senza soul o soul/r&b anche il rocksteady e l’early reggae sarebbero stato sicuramente del tutto diversi.
L’abbondante compila della Trojan "Work Your Soul" (dall’omonimo – ed unico - strumentale di Mc Cook ed i suoi Supersonics) ci ricorda, dunque, quanto la musica giamaicana sia stata legata a doppio filo con il soul con ben 24 tracce di puro Soul giamaicano (per un totale di un’ora e passa di ascolto) che vi faranno ballare a più non posso e che delizierebbero anche il più colto appassionato di musica soul e northern soul.
I momenti di maggior esaltazione per il soul alla James Brown li fanno venire con le loro splendide voci, il compianto Jackie Edwards con "Feel So Bad" e "Come On Home", il sempre grandioso Jimmy Cliff con la veramente coinvolgente "Let’s Dance", Alton Ellis accompagnato dai suoi the Flames che ci propina un’eccellente versione soul del rocksteady "Girl I’ve Got a Date" come fanno i Three Tops (si noti che i Four Tops erano un grande gruppo soul) che ripropongono "Do It Right" e, non certo ultimi Owen Gray con l’eccitante "Help Me", il potente Errol Dixon di "I Don’t Want" e – poteva mancare? – Desmond Dekker con gli Aces che canta "I’ve Got The Blues" in uno stile che personalmente non me lo avrebbe fatto riconoscere.
Ma meritano un attento ascolto che ve le farà certamente gradire anche le performance di altri personaggi di grosso calibro come Laurel Aitken che si esibisce in una vera rarità intitolata "Never You Hurt", Phyllis Dillon che ci delizia con le cover "Make Me Yours" e " "Leave It In The hands of Love", Derrick Harriott ed Eddie Thornton che col suo Outfit lo sento per la primissima volta mettere da parte la tromba e cantare!
Tra i meno conosciuti, brillano Roy Cocker con la sua "Yellow Moonlight" e i Marvels con "One Monkey Don’t Stop No Show".
Questo è il soul che mi piace, caldo come una colata lavica, entusiasmante e divertente come lo ska!

Sergio Rallo

 

 




Autori Vari - "X Rated Reggae" - Castel Music L.t.d., 1999

Questa compilation di "reggae vietato ai minori", avrebbe potuto fregiarsi di un aggettivo come "prestigiosa" se avesse avuto un dettagliato booklet come meriterebbe lo splendido materiale accluso. Ma tant’è.
La musica è proveniente in gran parte dai già ascoltati 2 volumi della serie "Adults Only" della Trojan (1992).
Non saprò forse mai chi è il compilatore ma una cosa è certa: ha fatto un ottimo lavoro scegliendo tra alcune delle più leggendarie canzoni giamaicane a sfondo palesemente sessuale tipo "Birth Control" di Lloydie & the Lowbites (non male come nome per un gruppo, eh?); "Khaki" ovvero la versione hard dell’originale successo dei the Tennors "Ride Me Donkey"; la fantastica "Barbwire" con la più rude di tutte le voci femminili, quella di Nora Dean; la mitica "Doctor Dick" del fuorissimo Perry (the injection specialist!); l’erotica "Push It In" dei Vesatiles (un vero capolavoro di porno early reggae); il soave Rocksteady "Don’t Touch Me Tomato" di Phyllis Dillon; e, per finire i pezzi più noti: "She Want It" dei Gaylads e "Wet Version" di Dave Barker.
Meno conosciute "Wreck A Buddy", delle Soul Sisters, è una risposta alla "Wreck A Pum Pum" di Prince Buster; "Papa Do It Sweet" è un "talk" Rocksteady incestuoso; mentre un calypso reggae è "Hold the Pussy" dello sconosciuto ma apprezzabile Kid Gungo; Rocksteady, Early reggae con Max Romeo, U Roy, the Termites assicurano poi il buon mood in cui ti mette questa X Rated Reggae quando sei in compagnia di una donna.
Non mi resta, infine, che citare l’anonimo compilatore col quale sono pienamente d’accordo: "se puoi ascoltare questa selezione di 16 brani tra i più rudi senza un sorriso sulla faccia, meglio che ti tasti il polso."

a cura di Sergio Rallo

 




linea.gif (2795 byte)
Torna alla pagina princiaple di SkabadiP